«Quella donna rappresenta un chiaro esempio di come la violenza e la pericolosità possano albergare anche nell’animo femminile». Non fa sconti alla tiktoker Rita De Crescenzo, l’avvocato Angelo Pisani che, anche a nome di colleghi avvocati e medici, ne annuncia la denunzia per diffamazione, con richiesta di provvedimenti cautelari. In primis, «un “Daspo” che serva come tutela rispetto alle infanganti dichiarazioni lanciate sui social dalla De Crescenzo».
La donna aveva infatti dichiarato pubblicamente che “medici ed avvocati fanno uso di droga”.
Pisani, ideatore del servizio nazionale antiviolenza 1523.it, difende in tal modo i tanti utenti che sui social subiscono tali gratuite ed indiscriminate diffamazioni.
Lancia pertanto un appello agli avvocati e ai medici a tutelarsi da accuse infamanti e pericolose, considerando anche l’impatto che simili contenuti possono avere agli occhi dei loro figli. «È fondamentale denunciare immediatamente comportamenti e dichiarazioni offensive, diffamatorie, illegittime e vergognose, diffuse tramite i social da soggetti come Rita De Crescenzo, che si rivolge a milioni di utenti». Una figura che ora dovrà rispondere delle sue azioni, risarcendo i danni provocati e rispettando le regole.
La «pericolosa influencer – rincara la dose il legale – va “interdetta” dai social per evitare altri danni», perché «pur di farsi pubblicità non si pone limiti nell’offendere e danneggiare l’immagine e la reputazione altrui, di intere categorie e di professionisti che lavorano onestamente e che, al contrario probabilmente di pochi suoi conoscenti, non fanno uso di droghe o altro, come lei afferma con certezza e vuol far sapere a tutti».
«Le istituzioni e il Governo – chiede con fermezza Pisani – dovrebbero immediatamente legiferare in materia di corretto utilizzo degli strumenti social su web, oramai più potente degli strumenti di informazione tradizionali, regolati invece da norme stringenti e codici deontologici».
«Occorre – afferma Pisani – creare anche un DASPO per l’illegittimo utilizzo dei social, un blocco per persone che li utilizzano in maniera pericolosa, illegittima, discriminatoria, fornendo un pessimo esempio per la società, per i giovani e, nel caso della De Crescenzo, anche per i luoghi da cui provengono».
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