GIORGIA MELONI / LE MENZOGNE SU LAVORO & PENSIONI

MELONATE di stagione.

Con ogni probabilità la nostra premier ‘Giorgia’ che tutto il mondo ormai ci invidia e dalle cui labbra pende tutto l’Occidente per il particolare appeal esercitato sul tycoon della Casa Bianca, vive con uno anzi due piedi a Washington e ha totalmente dimenticato il Belpaese, a cominciare dalla Garbatella da cui ha spiccato l’inarrestabile volo. Che – secondo alcuni – la sta portando su Marte: forse in compagnia di un altro suo grande fan, Elon Musk, che ormai, sbrigate le faccende di casa e ‘tagliato’ i costi superflui Usa, può dedicar più tempo a stelle & pianeti.

Una manifestazione per ricordare i tanti morti sul lavoro

Ma torniamo con i piedi su questa Terra e, in particolare, al primo maggio. Un tempo giornata tutta dedicata ai lavoratori: mentre oggi a farla da ‘padrone’ (sic) sono le cavolate, le menzogne, le più vergognose sceneggiate recitate (anche in modo pessimo) da leader, mezzi-leader e sottobosco al seguito. Di tutte le salse: di stampo governativo uber alles, ma anche sindacale e d’opposizione (già al lumicino, ormai si è sciolta come neve ai primi soli di primavera).

Un deserto che più desolante e penoso non si può.

Apre il tema Giorgia: non quella di Sanremo e del rituale Concertone, ma Lei che sussurra all’orecchio di ‘The Donald’, a quel lobo sfiorato dal proiettile killer nel corso della campagna elettorale yankee.

Eccone il Verbo, scandito proprio per celebrare il 1 maggio: “Il lavoro è uno dei pilastri sui quali il governo ha fondato la sua azione”.

In 2 anni e mezzo abbiamo creato oltre 1 milione di posti di lavoro e il numero complessivo degli occupati ha raggiunto il suo massimo storico: più di 24 milioni e 300 mila”.

Anche l’occupazione femminile ha toccato il suo livello più alto di sempre”.

La disoccupazione è ai minimi da 18 anni a questa parte”.

E sottolinea, gonfiando il petto, “l’impegno costante e concreto sul fronte della sicurezza sul lavoro, nuove risorse, più controlli, incentivi e una forte spinta verso la prevenzione e la formazione”.

Poi la ciliegina sulla torta: “I salari reali crescono, in controtendenza rispetto al passato”.

Giorgia Meloni con Ursula von der Leyen

E, non soddisfatta, aggiunge: “Le famiglie stanno progressivamente recuperando il loro potere d’acquisto, con una dinamica dei salari che è la migliore in Europa”.

Non c’è alcun bisogno di interpellare economisti ed esperti, o controllare i dati ufficiali Istat e non solo, oppure verificare ulteriori cifre e/o tabelle.

Sono cose, affermazioni che non stanno né in cielo né in terra (forse su Marte, appunto): piuttosto, andrebbe presa in seria considerazione una visita psichiatrica, sia per la premier che per il suo team di fedelissimi: solo che resta da superare lo scoglio delle liste d’attesa…

Un tema, del resto, quello della SALUTE PUBBLICA, che la nostra ‘Giorgia’ nazionale non ha voluto neanche sfiorare, di tutta evidenza non sapendo quali pesci prendere. E visti i ‘tagli’ reali contro la Sanità che solo Lei riesce a non vedere ma che tutti cittadini italiani sono costretti OGNI GIORNO a sopportare drammaticamente sulla loro (nostra) pelle.

Tutto ok, comunque, per il ‘REARM EU’ voluto dalla nazista (lei due gradini meno, solo sfascista) Ursula von der Leyen.

Veniamo alle menzogne, alle bugie grosse come una casa, pronunciate senza neanche un pizzico di vergogna, con sfrontatezza, come se gli italiani fossero tutti una massa di totali coglioni, pronti a bersi ogni cavolata.

Ne prendiamo solo due nel mazzo, proprio come al mercato della Garbatella: una ‘vecchia’ e una nuova, anzi fresca di giornata.

Le proteste dei pensionati

Partiamo dalla prima. E’ da quando siede al governo che lady Giorgia annuncia i suoi aumenti delle pensioni minime, quelle sociali, che ha ‘ereditato’. Quelle da fame, i 550 euro che non sono cambiati dai tempi del primo Berlusconi, poco meno d’un quarto di secolo fa, nel 2001, quando le ‘passò’ da 500 mila lire a 1 milione tondo (era ancora in corso la lira). Da allora in poi, nonostante tutti i proclami a destra e a manca, nulla è cambiato, nemmeno di mezza lira. Da rammentare, del resto, che l’unico politico ad inserire nel suo programma di governo (prima di passare a certo miglior vita) fu proprio Silvio Berlusconi, il quale tre anni fa propose il raddoppio per tutte le ‘sociali’, da 500 a 1000 euro.

Se ne è mai fottuto qualcuno? Mai nessuno: nonostante gli stessi calcoli elaborati dall’istituto guidato da un esperto come Carlo Cottarelli parlino di cifre ‘abbordabili’ per un paese che voglia definirsi minimamente civile. Certo non il nostro, è vero, popolato da bande partitiche di lanzichenecchi.

In soldoni. La premier dice, “ho aumentato le minime”. Un falso, una menzogna doppia, da ‘impeachment’, se fossimo mai un paese con un minimo di dignità e di orgoglio. Perché in quasi 3 anni di esecutivo sfascista, gli incrementi sono stati pari a circa 3 euro al mese, neanche la mancia per un cameriere o per un 2 caffè. Non basta: perché questi miserrimi aumenti (sic) non sono ‘aumenti’, ma solo e soltanto scatti Istat che non dipendono certo dall’umore o dalla volontà ‘politica’ di lady Meloni.

Carlo Cottarelli

Stessa truffa ai danni di tutti i cittadini adesso. Fatta sotto il naso, eppure sbandierata come il gonfalone del Lavoro, proprio alla vigilia del 1 maggio!

Esulta Giorgia, nel corso della sua ultima auto-conferenza stampa (ormai parla solo Lei davanti alla telecamera e non c’è mai ombra di giornalisti, peraltro già del tutto cloroformizzati): “Abbiamo aumentato gli investimenti per la sicurezza sul lavoro. 650 milioni di euro, che si aggiungono ai 600 già stanziati”.

Dà letteralmente i numeri. Ma, soprattutto, tarocca la provenienza di quei fondi. Si tratta di soldi dell’INAIL, non del governo o del Tesoro. Quindi di denari che sono stati versati da tutti i lavoratori!

Incredibile ma vero: sembra di trovarsi nella piazza Garibaldi, a Napoli, d’un tempo: con i tavolini allestiti dai giocatori di tre carte, pronti a fregare il turista di turno.

Stesso gioco quello ‘inventato’ dall’acrobatica Meloni: sono soldi dei lavoratori e li spaccio per miei, così poi te li ‘regalo’!

Molto più trasparente e, soprattutto, morale il metodo brevettato da ‘O Comandate Achille Lauro mezzo secolo fa, quando era sindaco monarchico a Napoli: al suo popolo non solo regalava chili di pasta, ma anche una scarpa, e l’altra solo dopo il voto.

Per la nausea che ci assale non andiamo oltre. Solo un paio di piccole osservazioni.

Di fronte a queste NERE vergogne messe in campo da un governo che più NERO non si può, la sinistra DORME, vegeta, non muove un dito, non dice una sola sillaba.

Così come i sindacati, la Cgil del solito Landini formato Marmotta. Continuano a blaterare di sicurezza a vanvera mentre ogni giorno si muore sul lavoro. E, addirittura, parlano ancora di modifiche della legge sugli appalti, di ‘spezzare la catena dei subappalti’.

Cose vecchie come il cucco. E MAI COLPEVOLMENTE ATTUATE per l’ovvia inerzia dei governi ‘padronali’ e il complice ‘sonno’ sindacale’.

Vogliamo solo rammentare a chi ci legge che in uno dei primi numeri anni ’80 della ‘Voce’ (era per la precisione gennaio 1987), allora in edizione cartacea, aprimmo un dibattito titolato “Per la Trasparenza degli Appalti”. Firmarono interventi magistrati del calibro di Franco Roberti, Paolo Mancuso, Aldo De Chiara, Alessandro Criscuolo.

E allora, come si suol dire: di che parliamo. E, soprattutto, con chi parliamo.

Nel deserto – lo ribadiamo – più desolato e desolante possibile…

 

LA VOCE DI GENNAIO 1987


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