LIECHTENSTEINER LIEDERFEST

Non prevale (ma che fa?) chi pensa che la proposta televisiva è in netta e volutamente distraente e s’indigna per l’assordante rissa dei talkshow-competizione, per l’obiettivo trash della cattura con urla e menzogne dell’ascolto di avverse tifoserie pro-contro maggioranza-opposizione. Non prevale, pazienza, chi impreca contro l’orgia pubblicitaria di farmaci, auto, alimenti e detersivi, chi non sopporta l’esca truffaldina di prezzi con il numero 9 finale (19, 59, 299, 1.990 perché spaventerebbero meno di 20, 60…2000)) e le offerte fasulle di sconti “ma fino a domenica” (quale domenica?), “solo per il mese di marzo” (di che anno?); è minoranza (purtroppo) chi si chiede sconcertato perché si arricchisce la produzione turca di fiction, si propongono le  cosiddette ‘serie’ a contenuto  diseducativo e si  compensa con montagne di  gettoni d’oro chi indovina il ‘pacco più ricco’ (Fatti vostri), la parola ‘invisibile’ (’Eredità).

COSA NASCONDE L’ASSALTO ALL’AFFARE SANREMO, che da 75 anni è storico dominio della Rai, ma rischia di essere scippato al servizio televisivo pubblico (di fatto sempre più ‘privato’ e portavoce esclusivo della destra)? L’ipotesi: messo all’asta e aggiudicato al miglior offerente, con molta probabilità al colosso privato Mediaset, che per disponibilità finanziaria avrebbe la meglio sulla Rai, il business Festival agevolerebbe il sorpasso del network berlusconiano su viale Mazzini. Per ora il bilancio ascolti del 2024 è quasi in perfetta parità: 32 milioni e 662mila i fedeli followers Rai, 32 milioni e 630 mila gli aficionados Mediaset. La minaccia di scompaginare il rapporto arriva dal Tar della Liguria e soprattutto dai potenti discografici, veri dominatori di ogni kermesse canora, convinti di trarre grande profitto dalla gestione del Festival. Dopo 75 anni di canzonette, sempre più ‘rap’ e testi-musica che finiscono rapidamente nell’oblio, è illecito suggerire agli operatori di ritagliarsi uno spazio televisivo specialistico, contenuto, emendato da sospetti con modalità di voto trasparenti, garantite e classifica affidata a selezionati addetti ai lavori? Utopia, cerrto. La scadenza per conoscere il futuro del Sanremo slitta al 22 maggio, al giorno che darà ragione alla tesi del festival patrimonio (non dell’Unesco, ovvio) irrinunciabile della Rai o a pretendenti esterni attratti dall’imponente budget pubblicitario dell’evento. Sarà confermata la decisione del Tar ligure che ha giudicato illegittimo l’affidamento alla Rai, sponsor il Comune di Sanremo? Succedesse, l’edizione numero 76 sarebbe assegnata con una gara d’appalto a dimensione europea (verosimilmente a Mediaset), ma in teoria potrebbe aggiudicarselo anche il piccolissimo Liechtestein (160 km quadrati, 39mila abitanti di lingua tedesca) e diventerebbe il Liechtensteiner Liederfest!


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