Partire, restare. Insoluto dilemma

“Uno su mille ce la fa. Ma com’è dura la salita…

in gioco c’è la vita… uno su mille ce la fa”

[Morandi]

Giornalista a Cuba: cioè il convinto desiderio per sottrarsi alla vergogna di raccontare, inascoltati, l’Italia dei Vannacci, di un Paese democratico e antifascista; Cuba per dare concretezza alla rabbia per le non poche condivisioni dei social (Tik Tok) alle farneticazioni omofobe, razziste, sessiste, manifestate con un linguaggio ‘da caserma’ nel  libro purtroppo in testa alle vendite, di Vannacci, generale italiano per nulla pentito di aver insultato gay, donne e umani ‘privi di occhi azzurri, pelle chiara, capelli biondi.

E però, cercare scampo a Cuba sarebbe un fuggire molto poco coraggioso, un arrendersi a evidenze che resistono a denunce e condanne impunite. Restare in sordina? Impossibile: parlarne, scriverne, gridarlo, trasmettere indignazione con il passa parola. E contestare comunque la destra che abita Palazzo Chigi e Palazzo Madama, che occupa ruoli istituzionali di primo piano come la presidenza del Senato, ministeri e sottosegretariati, la Rai, istituzioni al massimo livello e imperi economici. Denunciare il pericolo per la democrazia di tollerare la fase pericolosa di chi prova a ripercorrere con evidente accelerazione il devastante Ventennio.

Succede che perfino Crosetto, fondatore di Fratelli d’Italia, ministro della Difesa con la Meloni, condanni l’‘ideologia’ fascista del generale Vannacci. Succede la sinistra lo apprezzi e chieda l’espulsione del generale dall’esercito, per clamorosa incompatibilità. Succede che la Meloni, com’è accaduto ripetutamente, finga di ignorare il “caso”, impegnata com’è a pagare (di tasca sua, ma davvero?) le pizze consumate in Albania da italiani senza onorare il conto). Succede che l’iracondo sottosegretario Donzelli, salvato una prima volta dalle dimissioni con il ‘no’ della premier, rivolga rabbiose contestazioni a Crosetto!!! Peggio, succede che i social siano sommersi di attestati di solidarietà a Vannacci. Succede che i nazifascisti di Forza Nuova, che sostiene elettoralmente e nelle piazze la Meloni, avanzino l’idea di lanciare politicamente Vannacci, assurto a portabandiera della destra, più a destra di Fratelli d’Italia, come candidato alle suppletive di Monza per occupare il seggio che fu di Berlusconi. Il sospetto è che l’esplosione del ‘caso’ Vannacci, provocata dal libro omofobo-sessista e il conseguente rumore, contestazioni e condivisioni, siano una tappa della sempre più spavalda irruzione del neofascismo nel tessuto democratico dell’Italia.

Libri ‘particolari’: in uno, del 2019, scritto a due mani con Meluzzi, la Meloni (molti i riferimenti possibili con il volume di Vannacci) ha definito l’emigrazione “leucemia del migrazionismo”. Degli africani ha scritto “I neri cattivi praticano il cannibalismo. I nigeriani? Mafiosi”.

Provarci non costa niente e allora, via ai contatti on line con l’ambasciata cubana per ottenere una seconda nazionalità, via all’acquisto on line di un biglietto di sola andata della compagnia Cubana de Aviación, destinazione l’Avana, aeroporto internazionale Josè Martì. 


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