Lezione di stile e di sostanza

La borgatara della Garbatella mostra gli artigli per essere credibile e mente sapendo di mentire. Prova a contestare il dato accertato, arcinoto, del prevalere con punteggio tennistico da 6 a 0, con risultato calcistico di goleada, il netto prevalere della cultura che abita la sinistra nel mondo e in Italia. Un esempio tra migliaia è Stefano Massini, attore, autore, sceneggiatore di riconosciuto valore dalla comunità mondiale.

In questa premessa si può serenamente includere il pianeta dello spettacolo, di star del cinema e del teatro, della musica leggera. La borgatara lo mette in dubbio, ma può contare su poche mosche nere, e per non far nomi sulla decotta Iva Zanicchi, sulla matura transfuga Rita dalla Chiesa, sull’inguardabile ex giornalista Maglie. Intorno al tragico esito elettorale, che affida l’Italia alla destra e il governo del Paese alla borgatara, si sono pronunciate non poche eccellenze della musica, come Giorgia e di recente Renato Zero. Sulla questione s’innesta il botta e risposta tra un lettore e Aldo Cazzullo. Il primo: “Non le pare da condannare e da stigmatizzare che alcuni artisti (come Renato Zero) abbiano insultato gli elettori della Meloni? Non è anche questa una piccola dimostrazione di quanto una certa sinistra salottiera non comprenda e addirittura biasimi un’altra Italia che ha altre incombenze e che affronta una quotidianità ben diversa?” Cazzullo: “…la libertà d’espressione degli artisti è sacra. Mettere alla berlina gli artisti (i tanti, ndr) che non si allineano è ingeneroso. Così come Laura Pausini ha diritto di non cantare Bella ciao e Eros Ramazzotti ha diritto di difenderla, allo stesso modo Renato Zero o Damiano dei Maneskin hanno diritto di chiamarsi fuori…Ci vuole più coraggio a criticare il vincitore piuttosto che a correre in suo soccorso. Alla grande maggioranza degli italiani di fascismo e antifascismo non importa nulla. Non sanno e non vogliono sapere quale tragedia sia stato il regime di Mussolini. Quelli che sanno si inoltrano in distinzioni speciose… (“Non fu un regime totalitario ma autoritario”), come se una manganellata autoritaria facesse meno male di una manganellata totalitaria; gli squadristi che ammazzarono a bastonate don Giovanni Minzoni … saranno stati autoritari o totalitari? Di sicuro Italo Balbo, oggi molto rivalutato, querelò ‘La Voce repubblicana’ che l’aveva indicato come mandante dell’assassinio, e un giudice coraggioso, in pieno regime, gli diede torto. Un altro argomento ricorrente è il benaltrismo: “E allora Stalin? E allora Mao? E allora Castro?”. Come se essere antifascisti significasse essere stalinisti o maoisti o castristi o sostenitori di altri regimi orribili e indifendibili. Insomma si getta la palla in tribuna per non fare i conti con la nostra storia. La verità è che gli antifascisti hanno perso: non le elezioni (che si giocavano invece sul crinale sovranismo-europeismo), ma la battaglia della memoria storica”. Grazie Aldo Cazzullo, per il ‘go’ speriamo implicito, alla citazione, per aver interpretato con saggezza e acume democratico il pensiero niente affatto unico. Un consiglio per le pause del tempo libero. Cercate su You Tube “Bella ciao” nel mondo: sembrerà sempre più inverosimile il consenso alla destra di Ungheria, Polonia e dal 25 settembre dell’Italia.


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