“Draghi non è un cittadino qualsiasi. E’ il presidente del Consiglio e in un Paese normale ha il dovere di essere seguito clinicamente meglio di tutti noi”.
Non è un marziano a pronunciare queste parole. Nè un matto uscito da un manicomio del resto inesistente, vista la ‘storica’ chiusura basagliana.
Si tratta – udite udite – di un componente dell’ormai stranoto (e sempre più invasivo) Comitato Tecnico Scientifico, Sergio Abrignani, immunologo, il quale risponde a ‘La Stampa’ diretta da Massimo Giannini. Che con l’intervista realizzata da Annalisa Girardi mette a segno un piccolo ma significativo scoop.
Non contento, precisa lo ‘scienziato’ (sic): “Non tutti sono Draghi. Non ha senso che si mettano tutti a fare il test sierologico per misurare il livello di anticorpi, specialmente dopo la prima dose. Magari quindici-venti giorni dopo la seconda può avere un senso, ma quelli che rischiano di trovare una risposta vicina allo zero sono comunque intorno al 3 per cento. E poi non è un problema di AstraZeneca, può succedere anche con Pfizer”.
Già nel corso di altre esternazioni nei vari salotti tvvù che da un anno e mezzo ospitano il serraglio dei virologi di casa nostra, soprattutto quelli ‘taroccati’ (nel senso che 9 su 10 non sono specializzati in virologia), Abrignani non aveva dato il meglio di sé, parlando in modo sbilenco e strampalato.
Ma da qui a raccontare la bufala del secolo ce ne corre.
Avrebbe potuto tranquillamente pensarlo, tenere quel pensierino tra sé, custodirlo nel suo cuoricino. Invece no: per mostrare la massima delle genuflessioni possibili al Super Capo e Super Mario Draghi, ecco l’immunologo di casa nostra trasformarsi nel più comodo dei tappetini, nello stuoino sul quale il premier può comodamente strofinare i suoi santi piedi.
La story fa capire – ce ne fosse mai ancora bisogno – in quale modo sono stati ‘scelti’ i componenti del CTS, il comitato degli arruolati secondo i più smaccati criteri clientelar-lottizzatori come neanche ai tempi di mamma Dc. Lo arriva a dire perfino il ritroso e catastrofista Andrea Crisanti, lo zanzarologo che s’è formato all’Imperial College di Londra (e per questo difende alla morte il vaccino di AstraZeneca): sia il CTS made in Conte che quello griffato Draghi sono il peggio del peggio possibile.
E ora Abrignani piazza la classica ciliegina sulla torta.
Nella foto Sergio Abrignani