Nel casino istituzionale in cui l’Italia sta affogando, ecco alcune note per i naviganti.
Il discorso di Sergio Mattarella. Da segretario di un partito, non da Capo dello Stato. Da giocatore, non da arbitro.
Parole da economista che si è formato sul classico “Bignami”, quelle presidenziali, in cui vien data per probabile anzi “inevitabile” la fuoriuscita dall’euro con l’avvento di Paolo Savona.
Il no a Savona. Per la sua attuale visione dell’Europa, non per i suoi discutibili trascorsi da politico e da economista. Come se nel corso di una partita l’arbitro espellesse un giocatore non per un fallaccio, ma perchè non gli piace come interpreta il ruolo centravanti.
Ha detto, Mattarella, “mi prendo qualche ora e decido”. Aveva il nome già pronto e le agenzie lo hanno diramato a meno di mezz’ora dal termine dell’intervento presidenziale. Un Sergio Cottarelli già pronto per entrare in campo.
Hanno sempre sostenuto in coro, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che al centro di tutto c’è il Programma, in questi giorni diventato un’Entità Metafisica. Però sono cascati su un nome: il Dio-Programma non c’entrava più niente.
“Abbiamo conosciuto Savona due settimane fa, ce lo hanno presentato”, raccontano Di Maio & Salvini a botta calda. Siamo su Scherzi a parte ?
“O Savona o morte”. “Chi si ferma è perduto”. “Domani la data del voto o marciamo su Roma”. Paola di Benito Salvini.
Ma Totò e Peppino sanno come funziona – tecnicamente e istituzionalmente – la non semplicissima macchina dell’impeachment?
Qualche altro interrogativo.
Torna all’ovile del centrodestra, Salvini, dopo la scampagnata 5 stelle?
I grillini cambiano in corsa il capitano, con la fascia che passa da Di Maio a Di Ba?
C’è il tempo per Silvio e Matteo di rapidissime nozze per il Renzusconi?
Frau Merkel, nel frattempo, che fa?
E vuoi vedere che Super Mario Draghi lascia la sua dorata poltrona Bce e si trasforma nel Salvatore dell’Italia dalle orde dei barbari?
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