Anche i conti correnti dei servizi segreti nel pentolone bollente della Popolare di Vicenza.
La conferma arriva dallo stesso ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che comunque rassicura: la situazione è sotto controllo, dal momento che tutta “la materia è sottoposta per legge al comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica”.
Il periodo sotto i riflettori è compreso tra giugno 2009 e gennaio 2013, e quindi copre un arco temporale che va dall’ultimo governo Berlusconi al successivo esecutivo Monti.
In quel periodo tutte le operazioni bancarie che hanno riguardato AISI e AISE, i nostri due servizi di sicurezza, sono transitate per Banca Nuova, all’epoca controllata dalla Banca Popolare di Vicenza.
Quale il ‘tramte’? Una sigla informatica di Padova, la Sec Servizi, e cioè una società consortile da non poco, ma ai più sconosciuta. Con un capitale sociale da 25 milioni di euro, a fine anno scorso Sec Servizi poteva contare su 280 dipendenti e sulla bellezza di 1.500 filiali localizzate in tutto il Paese. Fatturato annuo da 120 milioni di euro, ha un parco clienti di 35 istituti finanziari e di credito. Attraverso i suoi terminali, ogni giorno passano oltre 50 milioni di transazioni. Numeri da brivido.
E’ nata nel 2000, Banca Nuova, creatura siciliana del patròn della Popolare di Vicenza Gianni Zonin che proprio a inizio millennio decide lo sbarco nell’isola, non solo mettendo su una banca, ma anche togliendosi lo sfizio di comprare il “Feudo del Principe”, un latifondo con vigneto da 300 ettari a Riesi, in provincia di Caltanissetta, storicamente appartenuto ai principi Lanza di Scalea.
A botte di incorporazioni e aperture di sportelli, Banca Nuova diventa man mano la prima banca della Sicilia occidentale. E grazie all’intraprendenza del suo factotuum, il direttore generale napoletano Francesco Maiolini, intreccia rapporti con il gotha dell’imprenditoria, della politica (da Totò Cuffaro a Raffaele Lombardo, da Renato Schifani a Diego Cammarata) e della giustizia (da Francesco Messineo a Sergio Lari, da Anna Maria Palma a Ignazio De Francisci).
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