LA MISTERIOSA MORTE DELL’AMBASCIATORE CINESE A TEL AVIV / LA PISTA UCRAINA

Come mai è calato subito il silenzio sulla morte del neo ambasciatore cinese a Tel Aviv Du Wei?

Perché è stata archiviata in fretta e furia la “pratica” come semplice “decesso per arresto cardiocircolatorio”?

Come mai nessuno vuol vederci più chiaro?

Partiamo dal fatto che ogni essere umano muore per arresto cardiocircolatorio. Perché il cuore, di tutte evidenza, cessa di battere e si ferma.

Infarto? O che?

Val la pena di esaminare qualche tassello del puzzle e, almeno, porsi qualche interrogativo.

Era arrivato da poco a Tel Aviv, lo scorso febbraio, appena iniziata la pandemia per coronavirus.

Vasy Khmelnytsky. In apertura Du Wei

Aveva svolto il precedente incarico in Ucraina.

E, secondo i bene informati, a Kiev aveva conosciuto e frequentato con una certa assiduità uno degli uomini più ricchi del paese, decimo nella hit dei Paperoni d’Ucraina, il magnate Vasy Khmelnytsky, il quale coltiva cento interessi economici, che vanno dall’edilizia alle infrastrutture, ma ha il bernoccolo degli investimenti in campo farmaceutico.

La sua creatura prediletta si chiama Biopharma, con la quale ha appena effettuato investimenti per 42 milioni di dollari, soprattutto negli impianti per il trattamento del plasma e delle immunoglobuline.

Alla star biomedica se ne è appena unita una seconda, UFuture holding Company, messa in campo in sinergia col governo ucraino per poter intervenire con più efficacia nell’approntamento di misure specifiche e fronteggiare il coronavirus. Subito messo in campo un super ambizioso programma per distribuire i prodotti in ben 36 paesi.

Secondo le ultime voci, l’ambasciatore cinese avrebbe investito soldi (quanti?) in Biopharma, ovviamente senza comparire.

Non sarebbe il caso di dare un’occhiata a questa pista investigativa?

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