11 SETTEMBRE / 48 ORE PRIMA, PUTIN AVVISO’ BUSH

Due giorni prima del tragico attentato dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle, Vladimir Putin aveva messo in guardia l’allora capo della Casa Bianca, George W. Bush, circa la concreta possibilità nell’immediato di attentati terroristici.

E’ la notizia clou contenuta in un fresco di stampa, “The Russian Trap: How Our Shadow War with Russian Can Turn Into a Nuclear Catastrophe”, ossia: “Trappola russa: come la nostra guerra oscura con la Russia può trasformarsi in una catastrofe nucleare”.

Autore del già annunciato best seller è George Bibi, ex analista della Cia, già a capo del suo dipartimento analitico, con particolare attenzione alla Russia. Attualmente Bibi ricopre l’incarico di vice presidente del centro specializzato di Washington per gli interessi nazionali.

La tesi sostenuta e illustrata nel libro è che Putin nel corso di quella telefonata – peraltro partita dalla Casa Bianca – ha detto alcune cose a Bush senior, relativamente a delle scoperte effettuate dall’intelligence russa su segnali di una imminente campagna terroristica.

Vladimir Putin

Del resto, nell’archivio delle notizie sul sito web del Cremlino è possibile reperire un comunicato in cui si riporta in data 10 settembre 2001 una conversazione telefonica avvenuta tra Putin e Bush. Si osserva che la telefonata è stata avviata su iniziativa della parte statunitense ed erano stati discussi i preparativi per il vertice APEC e i negoziati russo-americani al massimo livello.

Sono ormai trascorsi 18 anni esatti dal quel tragico 11 settembre. Non esiste ancora – incredibile ma vero – una verità “ufficiale”. Dai documenti elaborati da parte Usa, emergono forti e inequivocabli responsabilità dell’Arabia Saudita: senza che peraltro gli Stati Uniti abbiamo mai premuto sull’acceleratore per scoprire fino in fondo quelle responsabilità che coinvolgono un Paese alleato.

Sul fronte europeo va ricordato il dossier elaborato da Ferdinando Imposimato per incarico del tribunale dell’Aja sui crimini di guerra. Un fortissimo j’accuse nei confronti dell’amministrazione Bush, che era ben a conoscenza, e da mesi, di preparativi da parte di un gruppo di terroristi capeggiato da Mohamed Atta, a capo del commando: per un anno libero di girare in lungo e in largo per gli States, Atta, volare in Europa, prendere un brevetto di volo sempre negli Usa e in quei mesi di studiare e organizzare l’attentato alle Torri Gemelle. Cia, Fbi e l’amministrazione Bush erano ben a conoscenza di tutto ciò. Ma non hanno mosso un dito e sono stati a “guardare”.

La telefonata di Putin, a questo punto, è la ciliegina sulla torta.

Del resto, sono ben noti i rapporti più che amichevoli intercorsi tra la famiglia Bush e Osama bin Laden, il principe del terrore. Nel corso di un’intervista alla Voce, l’avvocato Carlo Taormina raccontò di un pranzo a casa Bush, invitati principali due suoi clienti eccellenti, ossia il campione del tennis Bjorn Borg e la sua allora compagna Loredana Bertè. Guest star, Osama bin Laden. Cin cin.

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