GAETANO MANFREDI / IL SINDACO DI NAPOLI CONDANNATO A 210 MILA EURO DALLA CORTE DEI CONTI

Un bel colpo alla già scarsissima credibilità politica e amministrativa del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, PD, ex ministro per l’Università e la Ricerca nel governo Conte II e prima ancora per anni docente e poi Rettore nel principale ateneo partenopeo, la Federico II, nonchè al vertice della CRUI(Conferenza Rettori Università Italiane) nel 2015 e nel 2018.

Ha infatti appena patteggiato una super condanna inflittagli dalla Corte dei Conti, ben 763 mila euro che ora si riducono a 210 mila.

Ricostruiamo sinteticamente i fatti.

Sotto i riflettori della Guardia di Finanza sono finiti gli incarichi privati professionali svolti da Manfredi quando era prima docente universitario e poi Rettore, nel periodo che va dal 2007 al 2019. Le Fiamme gialle hanno acquisito una prima documentazione ad ottobre 2017, per completare le indagini esattamente cinque anni dopo, nel 2022.

Ma cosa viene addebitato all’attuale primo cittadino di Napoli con la maglietta del PD? L’aver, in soldoni, svolto incarichi professionali senza aver avuto l’autorizzazione dell’Ateneo, sottraendo, quindi, tempo al lavoro che avrebbe dovuto svolgere a livello universitario.

Secondo la Corte dei Conti, che ha attentamente valuto i materiali acquisti dalle Fiamme gialle, l’illecito amministrativo commesso è dipeso “dalla condotta con la quale l’interessato avrebbe intenzionalmente svolto, in modo sistematico e continuativo, attività esterne in favore di committenti pubblici e privati, in spregio della normativa sul cumulo di impieghi ed in violazione dei propri obblighi di servizio inerenti il rapporto di lavoro a tempo pieno in qualità di docente universitario, omettendo di versare all’ateneo federiciano i cospicui compensi guadagnati all’esterno”.

Parole che pesano come macigni, per il sindaco di una città strategica, come la metropoli partenopea.

La Procura generale della Corte dei Conti. Sopra, Gaetano Manfredi

Ma ecco i tempi del rapido procedimento giudiziario-contabile.

Finiti gli accertamenti il 3 ottobre 2022, dieci giorni dopo è stato notificato al ‘sindaco’ l’invito a ‘dedurre’. E non ci ha pensato su due volte il primo cittadino, assistito dai legali Silvia TuccilloAntonio Liguori, ad avanzare la richiesta di ‘rito abbreviato’ che prevede il pagamento di una somma ridotta: così come è successo, tramite il pagamento del 30 per cento circa della somma contestata, quindi 210 mila euro a fronte del totale da oltre 760 mila indebitamente percepito.

La notizia è stata praticamente silenziata dai media locali e nazionali (solo due brevi notizie dal Corriere del Mezzogiorno, la costola partenopea del Corsera, e de il Fatto quotidiano) e non ha suscitato, come ci si sarebbe aspettato, alcuna polemica o bagarre politica, neanche a livello di consiglio comunale.

Luigi de Magistris

Una vera cortina di silenzio, rotta solo da due interventi. Sbotta l’ex sindaco per due mandati ed ex magistrato Luigi de Magistris: “Il sindaco Manfredi, l’antinapoletano, dopo essersi triplicato lo stipendio appena divenuto sindaco ed alzate le tasse ai napoletani con il patto-pacco per Napoli, adesso patteggia con la Procura della Corte dei Conti la restituzione di oltre 200 mila euro indebitamente percepiti a fronte di una richiesta di restituzione della Procura di oltre 700 mila euro di emolumenti ritenuti illegittimi. Manfredi ha dovuto risarcire l’Università di cui era Rettore che ricordo anche che sotto la guida di Manfredi era il principale debitore del Comune di Napoli, per milioni di euro. La persona più idonea, evidentemente, per gestire i soldi del PNRR a Napoli”.

E chiede, de Magistris, che venga fatta luce sui nomi dei committenti per quegli incarichi professionali, finora non resi noti proprio per via del patteggiamento. “Ci dica – chiede con forza l’ex sindaco – chi sono i committenti degli incarichi espletati indebitamente e se ci sono dei conflitti d’interessi: se ha attestato l’esistenza del procedimento contabile quando si è insediato, e se è stato sottoposto a procedimento disciplinare dall’ateneo di cui è stato Rettore”.

Roba non da poco.

Domenico Ciruzzi

Una frecciata anche da uno dei più noti penalisti partenopei, Domenico Ciruzzi, una gran passione per teatro e cinema che lo ha portato prima alla guida del celebre ‘Mercadante’ e in seguito alla direzione del ‘Premio Napoli’, poi sostituito da Manfredi con il ‘padre’ del popolare ‘commissario Ricciardi’, ossia Maurizio De Giovanni.

In una lettera aperta inviata al Corriere del Mezzogiorno, Ciruzzi denuncia “il silenzio di tutta la stampa”, nonché “il clima di omertà”, puntando l’indice soprattutto sull’“impegno professionale sottratto a tutti gli studenti in danno del loro futuro”. Anche stavolta, parole di fuoco: ma circondate da un assordante silenzio.

Non si tratta comunque, per Manfredi, della prima grossa grana giudiziaria. Perché è stato coinvolto – e salvato dalla solita miracolosa prescrizione con quasi tutti i coimputati, una trentina – in una brutta vicenda relativa ai collaudi per la ricostruzione a L’Aquila.

In basso, cliccando sul link, potete leggere l’istruttiva inchiesta pubblicata dalla Voce a fine dicembre 2019, titolata “Il neo ministro Gaetano Manfredi/Miracolato dalla prescrizione per l’Aquila”.

 

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IL NEO MINISTRO GAETANO MANFREDI / MIRACOLATO DALLA PRESCRIZIONE PER L’AQUILA

29 Dicembre 2019

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