SEYMOUR HERSH / GLI EFFETTI BOOMERANG DEL SABOTAGGIO USA AL ‘NORD STREAM’

Non si spegne la eco in mezzo mondo dello scoop firmato dal Pulitzer americano Seymour Hersh sulla distruzione del gasdotto Nord Stream ideata e voluta dagli Stati Uniti per danneggiare sia Russia che Germania.

L’autore in questi giorni sta rilasciando una serie di interviste al calor bianco che forniscono altri elementi utili a capire fino in fondo le vere intenzioni degli Usa: portare avanti il conflitto in Ucraina per sconfiggere la Russia e detronizzare Vladimir Putin  costi quel che costi, “fino all’ultimo ucraino” come proclama il burattino-presidente Volodymyr Zelensky e fino alle estreme conseguenze che possono significare anche conflitto nucleare.

Seymour Hersh. Sopra, il gasdotto Nord Stream

Solo in Italia, incredibile ma vero, dello scoop di Hersh poco o niente si parla.

Così come dei veri obiettivi imperialisti yankee, ai quali l’Italia risponde regolarmente OK con la genuflessa ‘primo ministro’ Giorgia Meloni.

Vediamo cosa ha detto Hersh nella più fresca intervista, rilasciata a David Krayden, redattore del ‘Western Standard News’, un’agenzia di stampa di Calgary, nel Canada occidentale.

“Con la decisione di sabotare gli oleodotti Nord Stream Joe Biden ha commesso un grave errore. Ha fatto un bel casino”.

Il presidente Usa ha detto alla Germania e alla NATO: ‘quando arriverà il momento critico, ti getterò oltre il muro. Puoi avere freddo, non mi interessa. Se non dai abbastanza soldi all’Ucraina, fottiti”.

“Questo è quello che ha fatto. Ha mentito. Ora sta continuando a mentire per spingerci in guerra, come fece Lyndon Johnson per spingerci in guerra, utilizzando un fittizio attacco militare del Vietnam del Nord contro navi statunitensi nel golfo del Tonchino per giustificare l’aggressione contro il Vietnam”.

A un certo punto Krayden chiede a Hersh se “la distruzione degli oleodotti potrebbe essere vista come un parallelo storico con l’assassinio dell’arciduca austro-ungarico Francesco Ferdinando, l’evento scatenante della prima guerra mondiale”.

E il premio Pulitzer risponde: “Penso che tu abbia assolutamente ragione”.

La NATO ha perfino dispiegato missili in Polonia che possono facilmente essere resi nucleari: pensate cosa succederebbe se la Russia mettesse missili in Messico o in Canada”.

Credo che l’azione degli Stati Uniti con l’operazione Nord Stream possa aver avuto l’effetto contrario all’intenzione di Joe Biden di tenere unita la NATO. E la Germania potrebbe essere il primo paese a de-atlantizzarsi”.

Hersh è stato intervistato anche da parecchie testate tedesche. I cittadini sono confusi, le forze politiche non hanno le idee chiare. Comunque al Bundestagc’è fermento e – secondo non pochi – l’argomento ‘Nord Stream’ e conseguenze subito avute sull’economia tedesca potrebbe essere presto affrontato.

Secondo ‘EIRN’, la Germania è fortemente colpita dall’inflazione, impennatasi proprio dopo il sabotaggio del 26 settembre 2022.

Stando all’ultimo report del sito ‘Trading Economics’, “il costo dell’energia è cresciuto del 23,1 per cento e i prezzi dell’energia domestica del 36,5 per cento, e cioè gas naturale (+ 51,7 per cento) e teleriscaldamento (+ 26 per cento). I prezzi della legna da ardere, del pellet di legno e di altri combustibili solidi sono lievitati addirittura del 50 per cento, con il gasolio per riscaldamento cresciuto di oltre il 30 per cento. Complessivamente il costo dell’elettricità fa registrare in Germania un balzo del 25,7 per cento. Ma tutti i generi alimentari hanno fatto segnare incrementi vertiginosi: il cibo del 20 per cento, con punte per latte e derivati (36 per cento), grassi e oli (34 per cento), pane e cereali (23 per cento).

Un conto, quindi, salatissimi per le tasche di tutti i tedeschi.

Che ha un responsabile ben preciso e identificabile: Joe Biden & la sua cricca, capeggiata dai super falchi del ‘Dipartimento di Stato’, cioè Tony Blinken e Victoria Nuland.

 

Mike Whitney

Passiamo all’analisi di un altro importante giornalista americano, Mike Whitney di Washington, esperto di economia e finanza. Ecco una rapida carrellata delle sue ultime riflessioni, puntate soprattutto sul grande, vero nemico degli Usa – secondo il suo parere e quello di parecchi esperti di geopolitica – ossia la Cina.

Il conflitto tra Stati Uniti e Russia determinerà se l’integrazione economica globale si espanderà all’interno di un sistema multipolare in evoluzione o se l’ordine basato sulle regole’ riuscirà a schiacciare qualsiasi oppositore al suo modello incentrato sull’Occidente. Questo è quanto sta accadendo oggi in Ucraina: infatti, tutti i recenti documenti preparati dal governo Usa relativi alla sicurezza nazionale identificano la Russia e la Cina come le maggiori minacce all’egemonia Usa”.

“Ora dai un’occhiata a questo riassunto della strategia di difesa nazionale degli Stati Uniti del 2022 di Andre Damon sul suo sito: ‘Questi documenti, che non sono stati seriamente discussi dai media statunitensi, chiariscono la fondamentale falsità secondo cui il massiccio rafforzamento militare statunitense di quest’anno è una risposta all’ ‘aggressione russa’. In realtà, nel pensiero dei pianificatori di guerra della Casa Bianca e del Pentagono, i massicci aumenti delle spese militari e i piani di guerra con la Cina sono creati da ‘drammatici cambiamenti nella geopolitica, nella tecnologia, nell’economia e nel nostro ambiente’. Questi documenti chiariscono che gli Usa vedono l’ascesa economica della Cina come una minaccia esistenziale, a cui rispondere con la minaccia della forza militare. Gli Stati Uniti vedono la sottomissione della Russia come un trampolino di lancio fondamentale verso il conflitto con la Cina. Il documento di strategia militare del Pentagono prende di mira la Cina (Andrea Damon, ‘World Socialist Web Site’)”.

Riprende Whitney: “In conclusione: la guerra in Ucraina non riguarda l’Ucraina. Gli obiettivi strategici chiaramente articolati dagli Usa sono i seguenti: indebolire la Russia, rovesciare il suo leader, prendere il controllo delle sue vaste risorse naturali e passare al contenimento della Cina. In poche parole l’escalation dell’aggressione di Washington in Ucraina è un passo dell’Ave Maria volto a contenere i centri emergenti del potere economico, al fine di preservare la sua posizione, che è in declino, nell’ordine globale”.

Questa è la partita a scacchi geopolitica che si sta giocando dietro la copertura di ‘una guerra contro l’aggressione’ non provocata dalla Russia. Questa guerra è stata architettata come un disperato tentativo degli Stati Uniti di difendere la loro vacillante economia globale. Questo è ciò di cui si occupa davvero l’Ucraina. E’ uno scontro tra gli oligarchi occidentali guerrafondai che hanno una morsa totale sui media e sull’establishment politico americano, contro le economie emergenti che stanno usando il sistema di mercato per collegare le loro risorse e manufatti ai paesi di tutto il mondo attraverso infrastrutture ‘ad alta velocità’ e sviluppo cooperativo”.

Come testimonia l’esperienza dei ‘BRICS’, iniziata oltre una dozzina d’anni fa e che vede in campo Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica (da qui l’acronimo ‘BRICS’), unite in un grande sforzo di collaborazione e cooperazione commerciale ed economica a tutto campo. E nel corso dell’ultimo anno, caratterizzato dal conflitto ucraino, il raggio d’azione si sta man mano allargando, con la richiesta di adesione di diversi paesi ‘emergenti’, o se preferite ‘in via di sviluppo’, sudamericani, africani, asiatici, stanchi di sottostare ai diktat del neo colonialismo a stelle e strisce e invece desiderosi di avere rapporti da pari a pari, ispirati a principi di equità e solidarietà al tempo stesso.

Non solo BRICS, comunque, per chi non la pensa come Usa, NATO & Unione europea. Infatti Whitney fa il significativo esempio della ‘Belt and Road Initiative’ (BRI). Leggiamo le sue parole.

BRI è l’imponente piano infrastrutturale multimiliardario che è il fulcro della politica estera cinese. Il più grande piano  infrastrutturale della storia e più di 150 paesi hanno investito nel piano. Si tratta di un progetto orientato allo sviluppo volto ad aumentare la connettività attraverso ferrovie ad alta velocità, rotte marittime e porti, aeroporti, strade, ponti, dighe, centrali elettriche. E attenzione: la BRI collegherà i paesi di tutto il mondo in un sistema ad alta velocità che non richiederà ai suoi partecipanti di seguire uno specifico modello economico dettato da Pechino: è una sorta di economia di libero mercato senza la politica”.

“Una vasta area nel contro dell’America è stata diabolicamente bombardata con cloruro di vinile, butil acrilato e isobutilene, ma i media occidentali preferirebbero criticare l’ambizioso progetto BRI della piuttosto che pensare a quel disastro”.

Si chiede quindi in modo retorico: “Vogliamo perpetuare un sistema controllato da oligarchi che schiaccia la Russia, contiene la Cina, priva l’Europa dell’energia di cui ha bisogno, sabota il piano infrastrutturale della BRI e rafforza le stesse politiche fallimentari che ci hanno portato Afghanistan, Libia, Siria e l’Iraq?”.

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