EMMANUEL MACRON & JENS STOLTENBERG / ECCO I NUOVI “DOTTOR STRANAMORE”

“Sta dando di matto”, abbiamo scritto qualche giorno fa a proposito delle ultime sparate del capo Eliseo Emmanuel Macron.

E in queste ore ne abbiamo in pieno la conferma, se possibile con un sensibile peggioramento ‘psichiatrico’ che va ad impattare con fragore nel già super tormentato scenario geopolitico internazionale e, stavolta, soprattutto europeo.

Fanno correre i brividi lungo la schiena le ultime frasi pronunciate dal presidente francese in un’intervista rilasciata all’Economist e che sanno di autentica chiamata alle armi.

Scorriamone subito i passaggi salienti.

Se i russi dovessero sfondare le linee del fronte, se ci fosse una richiesta ucraina – cosa che fino ad oggi non avviene – dovremmo legittimamente sollevare la questione dell’invio di truppe. Escluderlo a priori significa non imparare la lezione degli ultimi due anni, in cui i Paesi della Nato si sono inizialmente rifiutati di inviare carri armati e aerei in Ucraina prima di cambiare idea”.

E poi: “La Russia è ormai diventata una potenza che investe massicciamente in armamenti di tutti i tipi, che non rispetta il diritto internazionale ed è ormai una minaccia per la sicurezza di tutti gli europei”.

Nella precedente ‘sparata’ del 28 febbraio, in occasione della Conferenza di Parigi sull’Ucraina, il sempre più uterino capo dell’Eliseo aveva annunciato: “Faremo tutto quanto quello che c’è da fare affinchè la Russia non vinca questa guerra. Per raggiungere questo obiettivo, tutto è possibile”.

Maria Zakharova. Sopra, Macron all’Eliseo

Sarcastica la replica della portavoce del ministero russo degli Esteri, Maria Zakharova: “Le dichiarazioni del presidente francese, che è tornato a ipotizzare l’invio di truppe in Ucraina, sono in qualche modo legate ai giorni della settimana. Questo è il suo ciclo”.

Incredibile ma vero, sei mesi fa il più che ondivago capo dell’Eliseo aveva sostenuto esattamente il contrario, escludendo a priori ogni intervento militare diretto francese o europeo.

E addirittura meno di un anno fa, per la precisione a giugno, aveva strizzato l’occhiolino alla Russia, inviando suoi osservatori all’annuale meeting dei BRICS e, pochi giorni dopo, festeggiando il 14 luglio in compagnia del presidente indiano Narendra Modi, uno degli ‘animatori’ dei BRICS con Brasile, Cina, Sudafrica e, ovviamente, la Russia. Ecco un significativo pezzo della ‘Voce’ proprio del 14 luglio 2023,

FRANCIA / MACRON CELEBRA IL 14 LUGLIO CON IL PRESIDENTE INDIANO MODI. UN SEGNALE PER GLI USA?

Versanti psicoanalitici a parte, sorge un altro interrogativo.

Ma ci è o ci fa, Macron?

E’ ignorante o in malafede (oppure entrambi)? Parla, oggi, di ‘confini’ in tono minaccioso; di non oltrepassare di un metro le linee… E ‘dimentica’ quegli accordi raggiunti nel 1991 dal suo stesso paese, la Francia, insieme a Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania, con la Russia di Michail Gorbacev, che la Voce ha più volte rammentato, come nel reportage del 23 febbraio 2022 (appena iniziato il confitto),

LO SCOOP DI “DER SPIEGEL” / I PATTI 1991 CON LA RUSSIA TRADITI DAGLI AMERICANI. OGGI PUTIN HA RAGIONE…

 

Per completare il quadro ‘francese’, vi proponiamo un’analisi messa in rete da ‘Observateur Continental’ il 2 maggio, titolata  Macron donne deux conditions pour l’envoi des militaires en Ukraine

Inoltre, ecco due interessanti link che ha inviato, dagli Stati Uniti, un grande amico della Voce, Umberto Pascali, giornalista e analista politico.

Macron con Olaf Scholz

Sotto i riflettori, ca va sans dire, Macron e il summit con il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, soprattutto in vista di un altro incontro ravvicinatissimo e non poco ‘delicato’, quello con il numero uno cinese Xi Jinping. Ne leggerete delle belle, a proposito delle ‘esternazioni’ del capo Eliseo sugli altri partner (sic) europei, riprese anche dal ‘Guardian’. Parla a ruota libera, Macron: è proprio il suo ‘ciclo’!

Macron hits out at ‘hidden Brexiteer’ European nationalists

Scholz and Macron to meet secretly ahead of Xi Jinping’s visit to France

(Incontro segreto tra Scholz e Macron in vista della visita di Xi Jinping in Francia)

Se il presidente francese fa il ‘duro’ e minaccia, non è da meno il Segretario Generale della NATO, il norvegese Jens Stoltenberg, che in vista del traguardo (il suo mandato, già rinnovato, scade a settembre) sgomma a ruote libere e usa il pugno di ferro con la Russia, ovviamente, ma anche con gli ‘alleati’, ai quali dà una bella strigliata.

Sentite le parole – altrettanto da brividi – appena pronunciate proprio a Kiev, fianco a fianco con il presidente-fantoccio Volodymyr Zelensky.

Seri ritardi nell’invio di aiuti hanno comportato serie conseguenze. Ma non è troppo tardi perché l’Ucraina vinca, un maggior supporto militare ora è in arrivo. Gli alleati hanno ascoltato il tuo appello”, annuncia gonfiando il petto, fianco a fianco con l’amico e aggiunge fiero: “Mosca deve capire che non può vincere. L’Ucraina sarà un membro della Nato. Quando sarà il momento giusto lo diventerà e la bandiera ucraina sventolerà nel quartier generale dell’Alleanza Atlantica”.

Jens Stoltenberg

Mitico!

Tutto in vista del prossimo appuntamento strategico, ossia il vertice NATO che si terrà in luglio a Washington.

E così ‘spara’ i suoi ultimi, storici colpi il Segretario norvegese: “Sto lavorando duramente per garantire che l’Ucraina diventi membro della Nato. Abbiamo bisogno che tutti gli alleati siano d’accordo”.

E per questo riserva loro una tiratina di orecchie, ammonendoli: “Gli alleati non hanno mantenuto ciò che avevano promesso. Bisogna essere onesti, e gli ucraini ne stanno pagando il prezzo”.

E lancia il grido finale: “Bisogna rendersi conto che questa guerra non è una cosa teorica. Il ritardo nelle consegne di armi a Kiev è questione di vita o di morte!”.

Per questo i paesi Nato dovranno, da un lato aumentare, in modo massiccio le loro produzioni belliche e dall’altro rafforzare ulteriormente le loro forniture militari a Kiev.

E se tutto questo non basta, ecco una durissima, altrettanto minacciosa nota diramata dal Consiglio NATO: “Gli alleati della Nato esprimono la loro forte preoccupazione per le azioni ibride della Russia che costituiscono una grossa minaccia per la sicurezza dei nostri paesi”.

Zelensky

Deploriamo le recenti attività maligne (testuale, ndr) sul territorio alleato, comprese quelle che hanno portato alle indagini e alle incriminazioni di più persone in relazione ad attività ostili riconducibili ad uno Stato che hanno interessato Repubblica Ceca, Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia e Regno Unito”.

Così prosegue la farneticante nota Nato: “Questi incidenti fanno parte di una campagna sempre più intensa di attività che la Russia continua a svolgere in tutta l’area euro-atlantica. Ciò include disinformazione, sabotaggio, atti di violenza, interferenze informatiche ed elettroniche, campagne di disinformazione e altre operazioni ibride”.

Anche le manifestazioni studentesche di massa negli Usa e in tutta Europa?

Così termina la Neuro-Nota-Nato: “Gli Alleati agiranno individualmente e collettivamente per affrontare queste azioni, continuando a coordinarsi strettamente. Condanniamo il comportamento della Russia e la invitiamo a rispettare gli obblighi internazionali. Le azioni della Russia non dissuaderanno gli alleati dal sostenere fino in fondo l’Ucraina”.

Fino alla Vittoria Finale.

Anche a costo della pelle dell’ultimo ucraino: parola di pupazzo Volodymyr.


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