IL ‘MAESTRO’ BEATRICE VENEZI / DIRIGE AL SENATO & COORDINA LA ‘CULTURA’ DI SANGIULIANO. E SPUNTA UN ‘FIORE’… 

Ignazio Benito La Russa. In alto Beatrice Venezi

Si è appena tenuto il gran concerto di Natale al Senato, oggi presieduto dall’ex fascista Ignazio Benito La Russa.

A tenerlo, con la consueta maestria, il biondo e fascinoso ‘direttore’ Beatrice Venezi, che ha subito intonato l’Inno di Mameli, eseguito in modo perfetto dall’orchestra ‘Haydn’ di Bolzano e Trento (riproposto giovedì 22 da RAI Cultura su RAI 5).

Una giornata indimenticabile, per il ‘Maestro’, che così concede subito un clamoroso bis. Perché esattamente un mese prima, e cioè il 17 novembre 2022, è stato(a) nominato(a) “consigliere per la musica del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Nell’ambito di tale incarico – precisa la nota ministeriale – Venezi collaborerà con gli uffici di diretta collaborazione del Ministero, con il Segretariato Generale e la Direzione Generale Spettacoli”.

Gabriele Venezi

Un po’ cacofonico e in un improbabile italiano, ma poco importa, alla ‘Cultura’.

Per la cronaca, il ‘Direttore’ ha un padre, Gabriele Venezi, professione immobiliarista e – stando alle parole di Wikipedia riprese da non pochi media – “dirigente nazionale dell’organizzazione fascista Forza Nuova negli anni 2010”.

Su ‘Forza Nuova’ e le sue anime ‘nere’ torniamo fra poco: basti per ora solo rammentare l’assalto squadrista di un anno fa alla sede della Cgil per la quale sono sotto processo alcuni suoi pezzi da novanta, tra cui una delle anime ‘storiche’ e ‘nere’, Roberto Fiore.

 

IL LANCIO DA ‘DIRETTORE’ A SAN REMO 2021

Ma partiamo dal lancio del ‘Direttore’ nello star system nazionale. Si celebrò pochi mesi fa, nel corso del Festival di San Remo 2021, dove Venezi volle sottolineare con gran vigore che intendeva farsi chiamare ‘direttore’ e non direttrice d’orchestra.

La stessa ferrea volontà mostrata dal neo ‘primo ministro’ Giorgia Meloni, che detesta perfino l’asettico (e certo non ‘di genere’) appellativo di premier.

Gennaro Sangiuliano

Sentiamo le commosse parole pronunciate da Ignazio Benito La Russa prima del Concerto del 18, da ottimo ‘padrone di casa’: “Anche quest’anno la tradizione del Concerto di Natale al Senato viene rispettata, oltretutto con il Maestro Beatrice Venezi che ci onora della sua presenza e che dirigerà l’Orchestra di Bolzano e di Trento. Questo Concerto lo possiamo dedicare a tutti coloro che in Italia e nel mondo, penso alle guerre, sono in difficoltà e soffrono. Sia per tutti un Natale di pace, d’amicizia e d’amore”.

Un autentico aplomb inglese, un genuino afflato cristiano.

Ha fatto comunque parlare non poco di sé, e non solo per il suo talento, in questi mesi il ‘Direttore’ Venezi.

Scrive ‘il Riformista’: “Ha declinato la candidatura alle politiche di Fratelli d’Italia ed è stata al centro di un caso per aver ottenuto il ruolo di direttore artistico della Fondazione Taormina Arte”. Di quella vicenda poco o niente mai si è saputo.

Apre il suo cuore alle pagine de ‘La Verità’, cui concede una lunga intervista. Eccone alcuni passaggi.

Esordisce subito mostrando gli artigli ben affilati (per fortuna che non suona l’arpa): “Forse c’è chi avrebbe preferito che io avessi genitori da centro sociale? Oggi parlano di mio padre come fosse una vergogna. E invece sa che le dico? Che mi vergognerei se avessi avuto genitori che si fumavano gli spinelli. O una madre come la Cirinnà che pubblica la foto ‘Dio, Patria e Famiglia, che vita di merda’, che invece sono proprio i miei valori”.

Così continua il solfeggio: “Davvero si è passato il segno. Si scrive di me come ‘figlia di un dirigente di Forza Nuova’, come se questo fosse un peccato originale che si tramanda di padre in figlio. Mio padre ha tutto il diritto di pensare e agire politicamente secondo le sue più profonde convinzioni. Attribuirmi la doppia colpa di essere figlia di mio padre e di aver partecipato alla convention, racconta molto di come vanno le cose in questo Paese. Io ringrazierò sempre papà per avermi insegnato il pensiero critico”.

Roberto Fiore

La convention alla quale si riferisce è quella programmatica di Fratelli d’Italia, che si tenne a Milano alcuni mesi prima delle ultime ‘trionfali’ elezioni. Lei, il ‘Maestro’, si disse lusingata, pardòn lusingato, per la candidatura offertele, ma che preferiva rinunciarvi, con ogni probabilità per i troppi impegni professionali che la sua carriera, a così alto livello, comporta.

Peccato, un’occasione perduta. Perché forse avrebbe avuto il mondo di cominciare a capire qualcosina di ‘politica’ e apprendere anche qualche minima nozioncina di ‘storia’, di cui oggi pare totalmente a digiuno.

Troverà però il tempo di dare una ‘mano’ (la sua ‘mano’ fatata da  ‘Direttore’) al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, alias Genny: il ministro con il più basso tasso di Cultura della nostra storia (potete leggere l’inchiesta in basso, cliccando sul link). Almeno, con Lei in campo, sapremo qualcosina in più di arpeggi & solfeggi.

A questo punto conviene passare ad una rinfrescatina, per gli ‘ignoranti’ o gli ‘smemorati’, su cosa sia e cosa rappresenti ‘Forza Nuova’ e il suo leader da sempre, Roberto Fiore. Neanche una parola sul papà del ‘Maestro’, l’immobiliarista Gabriele, di cui fino ad oggi ignoravamo totalmente l’esistenza e tantomeno l’illustre parentela.

 

IL FIORE NERO

A metà degli anni ’90 la ‘Voce’ scrisse alcune inchieste proprio su ‘Forza Nuova’ e il suo numero uno, Roberto Fiore.

Dettagliammo soprattutto la clamorosa fuga in Inghilterra, meta Londra, dopo la condanna in Italia a 8 anni e mezzo di galera per un reato non da poco, ‘tentata strage’.

In un primo articolo, firmato da Fabrizio Geremicca, fornivamo una serie di dettagli da brividi. Perché la fuga avveniva portando con sé una buona fetta del ‘tesoro’ di ‘Terza Posizione’, altra formazione eversiva di estrema destra.

Si trovarono subito a loro agio, da perfetti latitanti, tra le accoglienti braccia di Sua Maestà Britannica, e ben protetti dai potenti Servizi segreti locali, l’MI16. Tanto da mettere in piedi una fitta serie di business, soprattutto di carattere immobiliare, facendo incetta di fabbricati londinesi. E fecero subito combutta con i nazi inglesi capeggiati da Nick Griffin: un altro bel soggetto sul quale accese a lungo i riflettori (lo stesso fece con Fiore) il sito giornalistico investigativo inglese ‘Searchlight’.

Ma ebbero il tempo anche di dedicarsi ai giovani, per trovare loro un’occupazione appena sbarcati sul suolo britannico. E così, ad esempio, spuntò la ‘Easy Going’, un’agenzia turistica tuttofare, capace anche di trovarti un lavoretto. Tanti genitori, dopo l’uscita dell’articolo della Voce, telefonarono in redazione non poco preoccupati, perché avevano pensato di usufruire dei servizi offerti da ‘Easy Going’.

Ma l’estero è stata sempre la passione di Fiore & C. Tanto che il prestigioso ‘The Guardian’ scrisse un articolo sulle prime imprese del Fiore in terra d’Albione e di un paio di viaggi effettuati in Libano. Avanzando un sospetto: i viaggi non erano animati da spirito turistico, ma avevano come obiettivo la visita ai campi militari installati dalla Falange in Libano. Forse per poi esportarne in Italia il modello?

Per quell’inchiesta venimmo querelati dalla viola mammola, dal giglio candido, alias Roberto Fiore. E condannati in primo grado dal tribunale di Napoli: tutto vero quanto scritto e documentato. Solo un neo: non avevamo la prova ‘provata’ del viaggio in Libano. Lo aveva riportato il ‘Guardian’? E chissenefrega. Per fortuna, in secondo grado una toga un po’ più ‘attrezzata’ ci diede ampiamente ragione. E vincemmo la causa.

Negli anni successivi abbiamo continuato a seguire le acrobatiche imprese griffate Fiore & C. A partire dal ritorno in pompa magna, dopo 8 anni e mezzo, all’aeroporto romano di Fiumicino, accolti a braccia aperte, gli ormai ex latitanti, dai papaveri della allora Alleanza Nazionale.

La copertina della Voce di gennaio 2004.

Per continuare con le ‘intese’ politiche poi costruite nel corso degli anni: a partire dalla sempre più solida ‘amicizia’ con Alessandra Mussolini (anche lei ci querelò, ovviamente, per lesa maestà), che addirittura gli ‘regalò’ lo scranno da lei occupato al Parlamento europeo, ottenuto indossando la maglietta di Forza Italia.

E anche per questo si intensificarono altre ‘intese’, quelle con l’allora potente uomo che ‘sussurrava’ all’orecchio di Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri, anche lui condannato a una pena non da poco, ma almeno anni scontati in galera (senza fuggire come un codardo), dedicandoli alle sue amate letture.

Ma ecco l’ultima. Sapete chi ha ricevuto, tra i primi e più graditi ospiti, a Palazzo Madama, quindi in visita ufficiale, il neo presidente del Senato Ignazio Benito La Russa? Roberto Fiore, of course. Una scelta davvero azzeccata, da vero fascista che non si pente del suo passato, anzi se ne vanta gonfiando il petto. E accoglie a braccia aperte il camerata-nazi.

Una sola domandina, a questo punto, va pur rivolta al ‘Direttore’  Venezi, al ‘Maestro’ che profonderà da ‘domani poi’ – ha assicurato – un grande impegno al Ministero della Cultura per far sempre più grande la Musica: ma queste ‘cosette’ su Forza Nuova e il suo ducetto Fiore le sapeva e le sa o no?

E si sente onorata che il suo caro papà abbia militato in quella formazione criminale fino al 2010?

Riteniamo che quel ‘pensiero critico’ infusole dallo stesso papà le possa tornare, ora, non poco utile …

 

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2 pensieri riguardo “IL ‘MAESTRO’ BEATRICE VENEZI / DIRIGE AL SENATO & COORDINA LA ‘CULTURA’ DI SANGIULIANO. E SPUNTA UN ‘FIORE’… ”

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