Dall’Asia l’attacco al pianeta Terra

È azzardato immaginare un pannel che mostri a stretto contatto, in parallelismo surreale, l’idiozia in malafede dei No Vax e il criminale no di Cina, India, Russia al progetto di liberare la Terra dai veleni dell’inquinamento? Non è un azzardo. Chi rifiuta vaccino, mascherine, green pass, attenta alla vita di innocenti esposti al contagio degli ‘untori’ che non proteggono se stessi e il prossimo. Appartengono a questa sordida categoria di negazionisti gli ignoranti, gli egocentrici, i soggetti plagiati da criminali che scoraggiano ogni forma di protezione per ostacolare il sistema sanitario gestito da ‘nemici’ di opposto orientamento politico. Non è da meno l’ostinata, suicida difesa delle fonti energetiche che mettono a rischio il futuro del nostro pianeta. Com’è universalmente evidente a tutti, questo attentato è privo di uno straccio di motivazione. Al contrario, è a sua volta negazionista. Rifiuta l’evidenza scientifica e del buon senso comune, persegue protervamente l’obiettivo di profitti sovranisti connessi all’impiego di fonti energetiche (petrolio, carbone, nucleare), che sconvolgono gli equilibri climatici e terrorizzano l’umanità con la previsione di drammatiche conseguenze per la sopravvivenza della Terra.  Il meeting romano dei venti Paesi, a cui si addebitano tre quarti delle letali emissioni di gas serra, ha sancito (ed è positivo) l’obbligo di tenere basso il dato dell’1,5%, di limitare anche di più le cause dell’inquinamento, ma ha colpevolmente lasciato nel vago la data per centrare l’obiettivo. È sparita la scadenza del 2050, trasformata nel generico compromesso della ‘metà secolo’. La speranza di dare concretezza alle buone intenzioni è ora affidata al Cop26 di Glasgow, al confronto di duecento Paesi sul tema scabroso.  Il presidente Sharma: “È l’ultima chance” Boris Johnson teme che il raduno mondiale sul tema del clima rischi un nuovo fallimento: “L’umanità ha esaurito il tempo per invertire la rotta sui cambiamenti climatici che minacciano il pianeta.  Resta un minuto prima della mezzanotte. Se non saremo seri per i nostri figli sarà tardi. Dobbiamo passare dalle parole all’azione reale su carbone, automobili, denaro da investire nella transizione e alberi. Non è più tempo di speranze, obiettivi o aspirazioni, bensì di impegni e scadenze concrete per il cambiamento”. In Scozia è presente anche Greta Tunberg, coraggiosa, determinata attivista per l’ambiente e non fa sconti ai grandi della Terra: “Basta bla, bla. Fatti, servono azioni concrete”.  Papa Francesco: “Ascoltate il grido della Terra e dei poveri!”, in riferimento al clima e alla pandemia. A Glasgow migliaia di negoziatori e di manifestanti. Di resistenze insuperabili alla lotta contro l’inquinamento sono responsabili Cina e India, che spostano (per ora) la data del ridimensionamento delle emissioni al 2060, e la Russia.

Spaventa l’anello debole della catena che dovrebbe proteggere il piano sicurezza anti Covid. La cronaca racconta con giusta preoccupazione micidiali casi d’intolleranza alle norme fondamentali per impedire la ripresa di contagi, ricoveri e decessi. Si moltiplicano pericolosamente gli assembramenti, i rifiuti a indossare la mascherina, a vaccinarsi, a dotarsi di green pass. Di che meravigliarsi se il raduno No Vax nel porto di Trieste, con centinaia di manifestanti uno addosso all’altro, senza protezione, ha provocato il drammatico ‘tutto esaurito’ nei reparti ospedalieri antiCovid della città? A cosa giova l’appello di De Luca alla prudenza se nel cuore di Napoli, il largo San Giovanni Maggiore, dove ha sede l’Istituto Universitario Orientale nelle ore serali e notturne è stracolmo di minorenni senza mascherina, protagonisti di una movida fuori controllo, di urla, di giovani ubriachi che vomitano e urinano in strada, di bar che servono superalcolici a chi non è consentito venderne? L’anello debole della lotta al caos, responsabile anche in Campania di un allarmante aumento dei contagi, è l’assenza di vigilanza e di repressione, la latitanza delle forze dell’ordine nei luoghi della città dove gli assembramenti si moltiplicano fuori controllo.

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