E ridi, fa bene alla salute fisica-mentale

L’estate si avvicina, smobilitano le reti televisive e devono
raccattare nelle videoteche film anni 50, storici sceneggiati in
bianco e nero, cosdee alla rinfusa per serie di ‘techetechete’,
comiche di Charlot, Gianni e Pinotto, Stanlio e Ollio, la mitica
vittoria dell’Italia ai mondiali in Spagna e l’esultanza esplosiva di
Pertini, Presidente partigiano. Per non annoiarci ed evitare
contestazioni per i canoni tv scippati in cambio di molto poco, ecco
un modesto e gratuito suggerimento: integrare il repertorio di tanto
vecchiume con un po’ di inedito spasso. L’invito è rivolto ai network,
pochi ma buoni, che ancora si sottraggono all’occupazione selvaggia
della destra. Il compito non richiede esose sottrazioni di fondi dai
bilanci aziendali, ma  il minimo storno dalle mansioni abituali di un
bravo cacciatore di immagini dal repertorio archiviato e un creativo
montatore. L’incarico è privo di difficoltà: alla coppia dei due
tecnici televisivi è semplicemente richiesto di visionare il
repertorio di gaffe, gli svarioni grammaticali e di sintassi, i tanti
esempi si subcultura generale e politica, le bugie, le performance da
avanspettacolo personali e collettive, i plagi del mitico “vieni
avanti cretino” per irresistibili sequenze di ‘comics’. Personaggi e
interpreti: capocomico la signorina premier Giorgia in un docufilm che
per il divertimento televisivo serale  proponga le sue esilaranti
immedesimazioni nel ruolo di vezzosa protagonista di mossette,
smorfiette, gag, bugie smascherate, di monologhi autocelebrativi,
spacciati per conferenze stampa, l’ultimo  in Tunisia dove ha
trasformato un selfie di patriotica soddisfazione per l’esito  del
summit in soliloquio a tu per tu con la telecamera, in assenza di
giornalisti e di qualunque altro partecipante, conclusa con un
comicissimo  ‘grazie’, ma a chi se ad ascoltarla c’era il vuoto
assoluto? Scartabellando negli scaffali delle teche verrebbero fuori
altri comici involontari del cast Meloni. Lei definisce la festa di
domani ‘divisiva’ (ma non è il nobile coagulante dell’Italia
demcratica?),  Ignazio, Benito La Russa (quello dei tedeschi di via
Rasella definiti musicisti in pensione o che nega l’antifascismo della
Costituzione). Salvini, concorrente destrorso della Meloni, disconosce
il significato del 25 aprile e domani, a Milano presenterà il suo
libro (Calenda: “La cosa più grave è che abbia scritto un libro”).
Donzelli, capogruppo di Fratelli d’Italia se ne va a Pescara, alla
kermesse del suo partito. Di là del contingente, meritano di
partecipare alla farsa della destra l’iracondo Sgarbi,
l’antifemminista Roccella, il decotto Nordio, il comico dii spalla
Lollobrigida, l’evanescente ministra del lavoro, il pistolero Pozzato,
i gaffeur Valditara-Sangiuliano, lo scelbino Piantedosi, la Santanchè,
‘avvinta come l’edera alla sedia di ministra/ministro, informata dai
servizi segreti che il regista del ‘Gattopardo’ è stato un certo
Lucchini! insomma tutti candidati a un super blob in line con la
tragica comicità di Zelig, Comedy Central, ‘Most curios’.

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