Stati Uniti e Gran Bretagna rompono gli indugi e inondano di armi, missili & forniture militari d’ogni tipo l’Ucraina, per il suo rush finale contro l’orco russo, fino alla vittoria, capovolgendo le ultime, fosche previsioni.
Si leggono in tal senso i freschi, giganteschi stanziamenti previsti da Londra e, soprattutto, da Washington.
Partiamo da quelli a stelle e strisce, che attendono ad ore solo lo scontato ok finale del Senato, dal momento che i democratici hanno ‘convinto’ una buona fetta dei repubblicani: l’Ukrain Security Supplemental Appointing Act da ben 61 miliardi di dollari ha infatti ottenuto ben 311 voti a favore e solo 112 contro, facendo saltare di gioia un rabbuiato, fino a quel momento, Volodymyr Zelenskyche aveva fatto le ‘bizze’ perché gli Usa davano troppo retta alle richieste – sempre di dollari & missili – in arrivo da Israele.
Ecco il suo tripudio: “Tutti i leader politici hanno interesse ad avere un’Ucraina indipendente, sovrana e democratica. Ed è nell’interesse, ‘in America’, sia dei democratici che dei repubblicani”. Un’impresa davvero non da poco quella di ‘tenere insieme’ – soprattutto nel bollente clima delle presidenziali Usa – gli acerrimi rivali Joe Biden e Donald Trump.
Così commenta il presidente-burattino ai microfoni della ‘NBC’: “Penso che questo sostegno aiuterà davvero le nostre forze armate. E avremo la possibilità di vincere se l’Ucraina otterrà i sistemi d’arma di cui tanto ha tanto bisogno, soprattutto i missili a lungo raggio (come Patriot e Atamcs in arrivo, ndr). Ci servono soprattutto per non perdere altri uomini al fronte. Abbiamo bisogno di queste armi per colpire sufficientemente lontano e per avvicinarci sempre più alla vittoria. Ora tutto dipende da quando effettivamente le avremo a disposizione, così possiamo prendere l’iniziativa”.
A quanto pare i tempi saranno brevissimi e le tappe verranno bruciate. Secondo le previsioni del ‘Washington Post’, appena ottenuto il disco verde tra poche ore dal Senato, potrebbe volerci addirittura solo una settimana e poi vedere le prime armi sul campo di battaglia.
E che tutto si giochi sul filo dei tempi viene confermato dall’Istituto per lo studio della guerra (ISW) a stelle e strisce, secondo cui “l’Ucraina sarà in grado di limitare fortemente l’offensiva russa se gli aiuti militari arriveranno rapidamente”. Il think tank, però, non parla di giorni, ma di alcune settimane. E mette in guardia: “Mosca potrebbe approfittare del periodo limitato prima dell’arrivo dei nuovi aiuti per intensificare ora i suoi attacchi, ad esempio mobilitando subito 300 mila soldati”.
Passiamo ai britannici, al cui premier, Rishi Sunak, arriva un grazie speciale per “il più grande stanziamento a favore dell’Ucraina fino ad oggi”.
E Zelensky commenta: “Gli Storm Shadow e gli altri missili in arrivo, le centinaia di veicoli blindati e moto d’acqua, le munizioni, tutto questo ci è necessario sul campo di battaglia e per vincere”.
Per saperne di più sui maxi stanziamenti appena decisi da Washington, vi proponiamo la lettura di tre interessanti reportage.
Il primo è messo in rete dall’ottimo sito ‘Piccole Note’ il 22 aprile, I fondi all’Ucraina, escalation della follia
Il secondo da ‘Come Don Chisciotte’ il 23 aprile e si intitola Trump ha svenduto la sua base elettorale per 95 miliardi di dollari di finanziamenti all’Ucraina e ad Israele
Infine, pubblicato da ‘Observateur Continental’ il 22 aprile, ecco La longue bataille sur l’aide à l’Ukraine a pris fin au Congrès
Ma torniamo negli Usa per una nota di ‘colore’ in grado di alleggerire l’atmosfera sempre più pesante.
Nei mesi scorsi ne abbiamo raccontate tante sul sempre maggior rincoglionimento di Joe ‘Sleepy’Biden, dai pisolini davanti alle telecamere, alla mano data a un fantasma al suo fianco, ai ruzzoloni durante le passeggiate oppure salendo o scendendo dall’aereo. Con la ciliegina sulla torta del rapporto stilato dal procuratore speciale Robert Hur, che non ne ha domandato il rinvio a giudizio per le tante inchieste a suo carico (e del figlio Joe Biden) di maxi corruzione, solo perché lo reputa incapace di intendere e volere, con una memoria che non regge più.
Ecco il pezzo messo in rete dalla Voce il 9 febbraio scorso,
JOE BIDEN / NON PUO’ ESSERE PROCESSATO PERCHE’ E’ RINCOGLIONITO
Questa story, però, forse supera tutte le altre. Perché è un ‘racconto’ presidenziale che ha rischiato di provocare una crisi internazionale con la Nuova Guinea.
Ci sono state un paio di occasioni ufficiali, nel corso della campagna per il voto presidenziale di novembre, durante le quali Sleepy Joe si è esibito: una a Scranton, in Pennsylvania, appena sbarcato dall’Air Force One davanti ai giornalisti; l’altra davanti a un folto gruppo di operai e sindacalisti alla ‘United Steelworkers’ di Pittsburgh.
Ed ecco l’imperdibile narrazione dello zio d’America desaparecido e divorato dai cannibali.
Scomparve nel Pacifico, il sottotenente Ambrose Finnegan delle forze aeree statunitensi impegnate nella seconda guerra mondiale, venne dichiarato disperso nel 1944, quando il suo bombardiere leggero si schiantò in mare. “E’ stato ucciso in Nuova Guinea – ha precisato lo ‘storico’ inquilino della Casa Bianca – e non hanno mai trovato il suo corpo perché lì c’erano molti cannibali, davvero, in quella parte della Nuova Guinea”.
Farneticazioni allo stato puro, su cui persino il Pentagono ha cercato di stendere un velo pietoso.
Allibite le autorità della Papua Nuova Guinea, che hanno appena sottoscritto con Washington un protocollo d’intesa da non poco sulla sicurezza, e ora dubbiose se revocarlo o meno (in favore della Cina, cosa non da poco, sotto il profilo geopolitico).
Particolarmente incavolati gli accademici. Ecco le amare parole di Michael Kabuani, docente di Scienze politiche: “Le tribù locali non mangiano gli uomini bianchi caduti dal cielo. Insinuare che tuo zio salti giù dall’aereo e in qualche modo noi pensiamo che sia un buon pasto, è francamente inaccettabile”.
Sgomento il leader dell’opposizione, Allan Bird: “In realtà sono senza parole, non mi sento neanche offeso. E’ addirittura divertente. Sono sicuro che quando Biden era bambino sentiva queste storielle dai genitori. E probabilmente gli è rimasto impresso per tutta la vita”. Altro che rincoglionimento senile…
Non pochi ne rammentano un’altra messa in giro, mesi fa, dal fantasioso presidente story teller.
Sarebbe stato arrestato, un bel giorno, dalla polizia di Pretoria, in Sud Africa, perché aveva cercato di far visita a Nelson Mandela quando era in galera!
A questo punto, ‘Il dottor Stranamore’ (ricordate il capolavoro di Stanley Kubrik con la superba interpretazione di Peter Sellers?) è proprio un boy scout…
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