NAPOLI / MARE NEGATO

Il mare non bagna Napoli.

Lo ha deciso, con un’ordinanza, il sindaco arancione di Napoli Luigi de Magistris.

Lidi e stabilimenti balneari chiusi, impossibile, per i partenopei, un tuffo sotto la canicola.

Per via del covid? Macchè. Per la sporcizia che, dalle fogne, finisce direttamente nel mare. Con un’amministrazione cittadina e un’azienda speciale del tutto incapaci di fronteggiare gli esiti di una piccola mareggiata di qualche giorno fa.

Come neanche nel terzo, o quarto mondo. Nemmeno lungo le coste indiane, neppure nelle più sperdute lande cilene.

Ma a Napoli – che ha appena ospitato il Forum Mondiale sull’Ambiente dove s’è discettato di ecosistemi e cambiamenti climatici – succede anche questo.

Ai confini della realtà.

Ultimo atto di una sceneggiata – quale è stata ed è – la sindacatura de Magistris, che ha visto la città spegnersi man mano, sotto i colpi di un’incuria amministrativa come neanche ai tempi laurini.

Luigi de Magistris

Monnezza ormai storica, strade distrutte come neanche dopo un bombardamento, trasporti da far west, ospedali popolati da blatte e formiche, livelli di povertà in crescita esponenziale, un degrado che si taglia a fette ogni giorno.

Adesso la ciliegina sulla torta. Quando ti è ormai stato tolto tutto, quando sei stato privato anche dei diritti più elementari, sei stato ridotto ad un cittadino di serie zeta, arriva il calcio finale: non ti puoi fare neanche un bagno, un tuffo in acqua, e vivi nella città con il mare più famoso al mondo. La beffa delle beffe, il ceffone più sonoro sulla faccia dei napoletani.

Ecco i fatti. L’ordinanza sindacale è stata partorita il 23 luglio ed è diventata operativa dalla mattina del 24, un sabato torrido. Chiusi tutti gli stabilimenti balneari, i lidi e anche quel poco di spiaggia pubblica che resta, lungo tutto via Caracciolo e via Posillipo, fino a Coroglio. Praticamente l’intera fascia costiera cittadina.

Il motivo? Gli ultimi dati dell’‘Arpac’, ossia l’agenzia regionale per la protezione (sic) dell’ambiente, sarebbero allarmanti, con un livello di inquinamento al di sopra dei limiti di guardia. Tutto a causa di un paio di pioggerelle dei giorni scorsi e di un paio di mareggiate che hanno mandato in tilt il fragilissimo (inesistente) sistema fognario di quelle zone.

Nei giorni scorsi, infatti, lungo via Posillipo sono stati avvistati alcuni automezzi dell’‘ABC’ (Acqua Bene Comune, sic), ossia l’azienda idrica municipale, con qualche addetto intento ad effettuare dei sopralluoghi.

Sorge spontanea la domanda: è mai possibile che una pioggerella e una mareggiata possano mandare in tilt quel ‘sistema’? E che, soprattutto, nessuno sia in grado di intervenire in modo efficace e tempestivo? In un periodo clou della stagione?

Possibile che quel precario sistema fognario non venga mai messo in regola, una volta per tutte? Che regolarmente, ad ogni pioggia, seguano perdite di liquami fecali in mare? Che regolarmente vengano avvistate scie di ‘monnezze’ varie sulla superficie delle acque costiere?

Abbiamo ricevuto, questo pomeriggio, la segnalazione di alcuni cittadini che hanno cercato un po’ di refrigerio proprio a Coroglio, dove è ammessa la balneazione, oppure a Bagnoli, dove non è vietato l’accesso alle spiagge.

Ecco cosa succede. Nell’unica spiaggia – un misto di sabbia e pietrisco – di Coroglio, vis a vis con l’isolotto di Nisida (dove si trova il carcere minorile), esiste un cartello che avvisa circa il pericolo di possibili frane, viste le più che precarie condizioni del costone, mai degnato di alcuna messa in sicurezza. Il fondale marino è rossastro, con ogni probabilità segno dell’amianto di cui è ricca la zona (amianto per anni colato dall’area occupata dall’Eternit). La balneazione, però, non è vietata.

Poco più avanti c’è la ‘Marina di Bagnoli’, una spiaggia pubblica. Il cartello la indica come adibita all’elioterapia. Entrando arrivi in pieno deserto, alcune tavole sulle quali dovrebbero stendersi i ‘pazienti’. Separata da un reticolato, una zona popolata di sdraio e ombrelloni, quindi un (non) accesso al mare a forte rischio frattura per la sconnessione della scogliera. Un micro istmo e mare sui due lati, popolato da numerosi bagnanti: anche qui i fondali sono rossastri e non esiste alcun ‘odore’ di mare.

Questo è il mare che bagna Napoli.

 

 

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