È garbuglio, di ‘garbuglioni’

Ce n’è a iosa, tanto da garantire ampi spazi di inquisizione al giornalismo di settore, che ‘campa’ anche di sensazionalismo e anche più se coinvolge istituzioni ‘sacre’ quale dovrebbe essere la magistratura. In coerenza con altre piaghe aperte dell’Italia avvelenata da corrotti e corruttori, complotti, deviazioni dalla retta via, sette segrete, circuiti viziosi di truffe, connivenze con il malaffare, i caposaldi della sana democrazia si sfaldano, degenerano, agiscono nel sommerso, prima di implodere e diventare temi d’indagine. La ricerca di un titolo, che sia insieme inclusivo e non prolisso, cade sul termine ‘garbuglio’, che nella dotta interpretazione del prestigioso dizionario Treccani è così definito: [probabile rifacimento onomatopeico di voci come subbuglioguazzabuglio]. 1. insieme di fili e simili avviluppati, intricati. Groppo, groviglio, imbroglio, intreccio, intrico, nodo, viluppo. 2. situazione complicata e confusa, o insieme disordinato di cose. Caos, confusione, ginepraio, groviglio, guazzabuglio, imbroglio, impiccio, intreccio, intrigo, labirinto, pasticcio. Soggetti che di garbuglio ‘campano’, sempre secondo il vocabolario citato sono i garbuglioni (chi fa garbugli, arruffone, ingarbuglione, pasticcione). Un garbuglio, appunto, intreccia trame di ardua decifrazione (per intelligenze e culture normali pressocché impossibile). Ha i suoi punti focali nel corpo della più alta istituzione della magistratura, il suo Consiglio Superiore e garbuglioni sono fior di magistrati e figuri implicati in ricatti, manipolazioni di inchieste, talpe a vari livelli, personalità di alto profilo del pianeta giustizia. Si rivelasse vera l’indiscrezione desterebbe altro scalpore l’esistenza di una ‘Loggia’ di tipo massonico. Perché garbuglio e garbuglioni: in nome dell’onestà intellettuale è d’obbligo confessare che dai resoconti giornalistici di una brutta vicenda interna-esterna  alla magistratura si ricava più di ogni altra riflessione la sorpresa per le citazioni di personaggi eccellenti, che sarebbero coinvolti in fughe di notizie, documenti scottanti, insinuazioni. Si sbanda mentalmente nello star dietro a ipotesi, veri e presunti collegamenti, iniziative chiarificatrici che poco o niente rivelano, interventi di Procure in parallelo (Milano-Perugia), protagonisti con la fedina penale non immacolata, esponenti interni ed estranei al Csm, nomi prestigiosi di magistrati in pensione. ma solo per raggiunta età, non di fatto. Non resta che affidare al giornalismo d’inchiesta il compito di sanare il vulnus, nella fase iniziale del garbuglio esempio eclatante di caos mediatico, da assolvere, con riserva, per l’accertata complessità della materia. Apprezzabile è il riserbo del Quirinale, saggiamente contrario a essere coinvolto in questo ginepraio di fatti e protagonisti. Il ‘pasticciaccio’ esploso con fragore rivela il coinvolgimento di uomini di legge tutt’altro che insospettabili, di là dall’indignazione per la conferma di inchieste insabbiate, di interesse per clamorosi scandali deviato con il ricorso al collaudato depistaggio.

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