Intristisce la marcia a ritroso dell’Italia del boom turistico che fu, del sold out di musei, aree archeologiche, gallerie, borghi antichi, alberghi, b&b, ristoranti, pizzerie, trattorie, paninoteche, baretti. Diventano sempre più labili i ricordi di transiti record in aeroporti, stazioni marittime e ferroviarie, dell’assalto stagionale ed extra ferie alle isole, ai mille attrattori di mari e monti. Si provi a valutare con apposito addizionatore il crac economico dell’Italia da coronavirus, partendo dal singolo caso Napoli, che per gli analisti di settore ha perso 50 milioni di euro tra marzo e aprile (3,5 milioni nelle sole festività pasquali) e della Campania, che ha visto ridursi di centinaia di milioni le entrate dall’inizio della paralisi imposta dal Covid-19. Moltiplicato il danno per venti, quante sono le regioni del Bel Paese, la cifra del default è di nove zeri.
Fate presto. Per uscire dalla recessione non c’è alternativa alla soluzione salvifica del vaccino. Previsioni che oltrepassino la prossima estate darebbero il colpo di grazia alla tenuta del sistema finanziario globale e specialmente alla nostra condizione di anello debole della Comunità europea.
Segni positivi in Italia non mancano. Il trend in calo di contagiati, infetti in terapia intensiva e deceduti, sembra confermare, ad eccezione di residui focolai in aree circoscritte del nord, l’efficacia del “resto a casa” per contrastare la pandemia. Preoccupano i tempi del ritorno alla normalità di Paesi come gli Stati Uniti e il Regno Unito, che hanno affrontato la contaminazione da Covid-19 con incredibile superficialità. Trump e Johnson hanno colpevolmente tardato nell’adottare le misure che Whuan e subito dopo l’Italia, hanno imposto per contenere i contagi. Le conseguenze: quei Paesi e altri, per il momento risparmiati dalla pandemia, se contagiati finirebbero per interferire negativamente sui progetti di normalità di quanti si saranno lasciati alle spalle il collasso del coronavirus. L’inverosimile presidente americano, in quanto debitore della sua elezione alla potenza industriale del Paese, ha finto per un tempo criminale di ignorare l’aggressione del coronavirus, con il risultato di enormi carenze del sistema sanitario. Imputato di incapacità e per aver sottovalutato il pericolo del Covid-19, il tycoon prova a scaricare sull’Organizzazione mondiale della Sanità la responsabilità di non averlo informato del diffondersi dell’epidemia e gli sospende il finanziamento, decisione che comunque non spetta a lui ma al Congresso. Lo sommerge una valanga di critiche per la gestione dell’emergenza e i gravi ritardi nel contrastarla. La sua idea di un’imminente fase due, è assolutamente prematura, come denuncia il costante aumento di morti da Covid-19, e avvalora la tesi di scelte a favore degli industriali che lo hanno fatto eleggere, contrari al fermo delle attività. “Mi auguro che i morti per coronavirus negli Stati Uniti siano meno di centomila!” dichiara Trump e pronostica che l’economia Usa tornerà a volare. Mentre lo dice, il conto delle vittime tocca quota 26mila e i contagiati sono più di 600mila. I democratici: “Nel mezzo di una pandemia globale Trump vuole fermare i finanziamenti all’organizzazione incaricata di combattere le pandemie. È pronto a mettere la salute a rischio per cercare di scaricare su altri la colpa dei suoi fallimenti. La decisione del presidente americano di sospendere i fondi all’Oms è una sua incompetente reazione al coronavirus, un disastro che mette a rischio le vita degli americani. Trump è debole, un leader scarso che non si assume responsabilità e scarica le colpe”. Lo afferma autorevolmente la speaker della Camera, Nancy Pelosi, in una lettera inviata deputati democratici.
In poche parole. Majorino, Pd: “La Regione Lombardia in materia sanitaria va commissariata. Spende (male) 20miliardi all’anno per questo importante settore. Fontana e Gallera (governatore e assessore alla sanita) non ce la fanno. Storico, quanto inverosimile il loro “Le abbiamo azzeccate tutte”.
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