AUTOSTRADE / RIPRENDE IN SILENZIO LA TRATTATIVA CON IL GOVERNO

Tra le drammatiche nebbie del coronavirus potrebbe spuntare da un giorno all’altro la soluzione sul fronte della concessione di Autostrade per l’Italia.

Una concessione che – come aveva sbandierato il governo prima dell’epidemia – era lì lì per essere revocata, senza se e senza ma, dopo la tragedia del ponte Morandi che ha portato alla luce tutte le carenze e le responsabilità della società griffata Benetton per la sciagurata gestione delle autostrade nel nostro Paese.

La società controllata dal colosso Atlantia ha appena attivato la cassa integrazione per i suoi 1.500 dipendenti, tenuto conto del crollo nel traffico autostradale, con un meno 80 per cento.

Nel frattempo sarebbe, appunto, ripartito il dialogo tra palazzo Chigi e la concessionaria. Ecco cosa raccontano al ministero dei Trasporti: “La famiglia Benetton scenderebbe nel capitale di ASPI sotto la quota di maggioranza. Darebbe il via libera ad una penale da 2 miliardi a titolo di risarcimento danni alla città di Genova e accetterebbe una riduzione del 5 per cento sulle tariffe autostradali, garantendo il piano di investimenti in manutenzione che aveva annunciato l’amministratore delegato di Autostrade Roberto Tomasi”.

La condizione posta da Autostrade sarebbe però una: la sterilizzazione dell’articolo 35 del Milleproroghe, diventato legge, che regola la revoca della concessione riconoscendo un indennizzo ridotto per estinzione anticipata (la scadenza della concessione è fissato per il 2038) a 7 miliardi ed il subentro dell’Anas.

A rilevare le quote di Atlantia potrebbero essere – viene ipotizzato nelle stanze ministeriali – i fondi F2i e e l’australiano Macquarie, insieme alla solita Cassa Depositi e Prestiti. Quest’ultima attende un segnale dal governo per capire se procedere ad un riassetto societario, sfruttando anche la possibile conversione in equity delle linee di credito da 1,2 miliardi che vanta nei confronti di Autostrade.

Viene ancora rilevato come sia ancora in piedi anche l’ipotesi di un veicolo infrastrutturale partecipato dal fondo F2i e dalla stessa CDP nel quale far confluire Autostrade per l’Italia e le società di gestione aeroportuale partecipate da F2i. Un neo fondo in cui i Benetton diventerebbero semplici sottoscrittori.

Stiamo a vedere cosa succede.

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