Sono guai per il ‘capitano volante’

Scelta ‘felicissima’ dei ‘grullini’. Nel giorno del via all’auspicata richiesta di processare Salvini, che la Procura di Roma affida per prassi al sì o no del tribunale dei ministri, dopo adeguato allenamento tre pentastellati si cimentano nella specialità extra olimpica del ‘salto della quaglia’ e passano armi e bagagli al soldo della Lega, portandosi dietro, lo dicono i fatti, il loro feeling con i fondamentali dei valpadani, ovvero razzismo, neofascismo, omofobia, sovranismo, a malapena repressi, in quanto pentastellati, per evidente opportunismo. Come diceva il televisivo Lubrano, sorge spontanea la domanda: ma i vertici del Movimento non si erano mai accorti di covare in seno questi soggetti, o ne erano consapevoli, ma li ha ‘coperti’ la componente di destra?  Non è l’unico motivo per supporre che la casa 5Stelle  sia vittima di crepe, alcune vistose,  altre meno evidenti,  conseguenza di un sisma che ieri ha fatto temere per il  governo, salvo a stento dalla scossa dei 14 deputati  5Stelle assenti  e dai quattro ‘no’ di altrettanti senatori. L’esito di ali dell’edificio pentastellato in macerie non è solo una spina nel fianco di Di Maio. Lo sgretolamento di una componente di governo, dovesse diventare cumulo di macerie, potrebbe determinare il the end dell’esecutivo demostellato e rimettere in gioco la iattura del leghismo. Alla lista di grillini espulsi, emigrati altrove, persi per strada, si aggiungono i nomi di Grassi, Urraro e Lucidi, ingaggiati da Salvini, lo stesso che aveva tuonato contro i cambi di casacca e di Paragone, ex direttore di‘Padania, nato, cresciuto e pasciuto leghsita, infiltrato nel Movimento di Grillo come guastatore, che resta con Di Maio, ma nel ruolo di quinta colonna.
Le ‘Marachelle’ aviatorie di i Salvini ai danni dello Stato, di là dai 49 milioni truffati agli italiani, erano rimaste solo nella memoria dei militanti anti Salvini. La Procura di Roma le rispolverano e chiedono al tribunale dei ministri di processare l’ex ministro dell’Interno per uso illecito di aerei militari al servizio dei suoi tour elettorali, programmati in coincidenza con impegni istituzionali. In circostanze analoghe il tribunale dei ministri si pronunciò contro l’autorizzazione a precedere (l’indagine era sui porti chiusi). Lo salvò il voto a suo favore dei grillini, alleati di governo. Ora che Di Maio e compagni sono avversari della Lega un verdetto di assoluzione sarebbe, per dirla alla Mattarella ‘indecente’. Sono 35 i viaggi sospetti per i quali l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini è indagato. Il reato che gli viene contestato dai giudici romani è abuso d’ufficio. Quelle trasferte erano già finite nel mirino della Corte dei Conti che, pur archiviandolo, perché non riscontrò danni erariale, le ha considerate illegittime e per questo ha trasmesso gli atti alla procura di Roma, ora smistate al tribunale dei Ministri. Così si è comportato il furbetti dei voli a sbafo, il capitano volante.
Sarà la volta buona di vederlo condannare? Per le sardine, un altro buon motivo di partecipazione all’appuntamento romano di domenica.

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