APPALTI IN CAMPIDOGLIO / 3 MILIARDI PER ‘O CECATO E LA SUA BAND

Gli Unni in Campidoglio.

Dal 2011 al 2014 la metà degli appalti gestiti dal comune di Roma per ogni tipo di servizio è stati appannaggio della band capeggiata da Massimo Carminati, alias ‘O Cecato. Commesse d’ogni risma che sfiorano il tetto dei 3 miliardi di euro, non noccioline.

Emerge, con una marea di dettagli al seguito, dall’ultima sentenza della Cassazione. Un quadro corruttivo dilagante: senza che peraltro – come si è visto con i primi esiti giudiziari di Mafia Capitale – tutto ciò potesse mai concretarsi in un’associazione a delinquere di stampo mafioso. Boh.

Niente mafia, ma mazzette a go go e una dis-governance della cosa pubblica da paura. Ecco qualche cifra da brividi.

Il pm Paolo Ielo

In quel periodo dominavano gli appalti senza gara, il 43 per cento sul totale, tutto attribuito a “trattativa privata”, tanto che l’Anac ha messo nero su bianco: “il generalizzato e indiscriminato ricorso alle procedure negoziate è in palese difformità e contrasto con le regole, rivelando un’applicazione o elusione delle norme disinvolta e in molti casi spregiudicata”. Spesso e volentieri il tutto condito dalle prassi dettate dall’emergenza, comodo paravento per mimetizzare truffe e imbrogli d’ogni sorta.

Non maxi appalti, come ad esempio quello per la metro (dove però nel sottobosco dei subappalti s’è infiltrato di tutto e di più), ma soprattutto appalti di piccolo o medio calibro, come i lavori di giardinaggio, la potatura degli alberi, la manutenzione del manto o della segnaletica stradale, la pulizia delle caditoie.

A far man bassa, in particolare, la “29 Giugno”, sigla tanto cara a Salvatore Buzzi, Carminati & C., capace di rastrellare la bellezza di 221 appalti in quei pochi anni.

“Appalti gestiti come fette di caciotta”, come coloritamente descrive il pm capitolino Paolo Ielo, con riferimento, in particolare, alla gestione dei centri di accoglienza per i migranti.

Ecco un paio di frasi tra le pagine dei fascicoli giudiziari. “Che te serve? Te serve il movimento terra? Che te attacco i manifesti? Che te pulisco il buscio der culo? Ecco, te lo faccio perché se poi vengo a sapè che te lo fa un altro so’ cazzi tua”.

“Mettiti la minigonna e và a bussacchià”. E le porte del Campidoglio miracolosamente di spalancavano…


Scopri di più da La voce Delle Voci

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento