In un affollatissimo Auditorium domenica scorsa si è tenuta ad Orte (VT) la presentazione di TUTTI VIVI , il libro in cui Angela De Francesco documenta lo straordinario colloquio con 25 ragazzi volati in cielo troppo presto e tornati per farsi ascoltare dai loro cari attraverso sedute di metafonia.
Ed è stato proprio quest’ultimo fenomeno al centro delle tante domande rivolte dal pubblico in sala, specie dopo che la curatrice del volume Rita Pennarola, giornalista d’inchiesta, ha dedicato il suo intervento ad illustrare il duplice risvolto della metafonia: quello di carattere religioso, da un lato, e le spiegazioni scientifiche dall’altro. Pennarola è partita dalle testimonianze storiche del 1952 con il resoconto della prima volta in cui padre Agostino Gemelli, già all’epoca autorità ecclesiastica del Vaticano, ascoltò netta e chiara la voce di suo padre, defunto da anni, mentre si trovava nel laboratorio di Fisica dell’Università Sacro Cuore di Milano insieme a padre Pellegrino Ernetti per registrare alcuni canti gregoriani. Recatosi da papa Pio XII per raccontargli, sconcertato, quanto era accaduto, ricevette una ancor più sorprendente risposta: non solo non vi era nulla di male né il fenomeno aveva nulla a che vedere con lo spiritismo (questo sì proibito), ma addirittura l’ascolto e la registrazione delle voci dei nostri cari defunti rappresentano la “pietra angolare” (parole scelte dal Pontefice) «di un edificio per gli studi scientifici che rafforzerà la fede della gente nell’Aldilà». Il riferimento era a quel ponte che ci unisce tutti, anche dopo la morte: quello era il primo passo verso una ricerca che di lì a poco sarebbe andata molto avanti. La giornalista ha poi ricordato l’articolo del quotidiano Repubblica del 28 novembre 1996 in cui veniva ripreso un intervento sul settimanale Avvenire di padre Gino Concetti, teologo e docente Pontificia Università Antonianum: «Dio consente ai nostri cari defunti, che vivono in una dimensione ultra-terrena, di inviare messaggi per guidarci in certi momenti difficili della nostra vita. La Chiesa ha deciso di non proibire più il dialogo con i morti, a condizione che questi contatti siano motivati da seri propositi religiosi e scientifici».
Non meno strabilianti le scoperte della scienza – ha ricordato poi la giornalista – negli ultimi 30-40 anni in materia di Fisica teorica e di Fisica quantistica. Dalla ormai dimostrata certezza del relativismo spazio-temporale, in quanto entrambe categorie fittizie connesse ai nostri limitatissimi mezzi sensoriali, fino al Biocentrismo del medico e ricercatore statunitense Robert Lanza, per il quale è la nostra coscienza a creare l’universo, e non il contrario, come a noi appare. Eloquente in tal senso il brano di Frederick Van Der Veken, ricercatore al Cern di Ginevra, scelto come appendice al libro di Angela De Francesco.
Un libro che, andando ben oltre il merito di aver risvegliato la sensibilità dei lettori su questi delicati temi, riesce a raccontarci in presa diretta la vita, la “partenza” e il “ritorno” di venticinque ragazzi e ragazze, alcuni ancora bambini, strappati troppo presto all’amore dei loro cari. Famiglie distrutte che, grazie alla Metafonia, hanno ritrovato un barlume di speranza – oggettiva, tutta da ascoltare – sulla “esistenza” dei loro figli.
Il contrappunto ideale per una serata indimenticabile sono state le letture di brani eseguite da Alessandro, un giovane studente di Orte ex alunno della De Francesco, anche lui dotato di straordinaria sensibilità.
La sintesi ha voluto darla la stessa autrice, ricordando le parole scelte da Piera Vitali, direttrice della Collana “I Misteri di Minerva”, per aprire il libro: «Anche se sono assente… Anche se non mi vedi… Ho la certezza che tutte le mie parole Possono arrivarti direttamente al cuore».
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