Un paio di femmine, tutt’altro che con fisico da top model o soggetti per album di ritratti del raffinato calendario Pirelli, hanno insultato un’eroina di questa stagione del mondo, che attenta alla sua sopravvivenza con lo sconvolgimento ambientale e climatico. Rita Pavone, non proprio una Venere in sedicesimo, anzi in trentaseiesimo, ha insultato Greta Thunberg, l’attivista sedicenne svedese, che ha scosso le coscienze del Pianeta perché si battano contro il riscaldamento globale, per lo sviluppo sostenibile e il cambiamento climatico. La cantante di “Viva la pappa col pomodoro” ha detto di Greta “quella brutta faccia…”. Escluso che il volto di Greta sia brutto, è vero che reca qualche segno della malattia di cui è affetta, della sindrome di Aspereger. La Pavone ha chiesto scusa, ma resta la domanda: “Cosa c’è dietro il suo ignobile comportamento? E’ stata colpita anche lei sulla via del salvinismo, notoriamente ostile alla battaglia contro l’inquinamento perché contraria agli interessi degli inquinatori?
C’è sempre un peggio e si chiama Maria Giovanna Maglie. Ex giornalista (non ha pagato per anni il contributo per rimanere iscritta all’Ordine), fu inviata negli Stati Uniti per intercessione clientelare di Craxi e fu giudicata responsabile di spreco scandaloso delle risorse Rai, tanto da essere costretta al ritiro per non incorrere in sanzioni e denunce penali. Scomparsa dalla televisione di Stato, la tipa in questione si converte per palese opportunismo al salvinismo e i vertici della Rai lasciano intendere di volerle assegnare, con la benedizione del ‘Carroccio’, lo spazio ambitissimo della striscia dopo Tg, che fu di Barbato ed Enzo Biagi Chissà se per servile fedeltà al Salvin-leghista, per senescenza galoppante o forse spinta dalla vendetta per non aver ottenuto la gestione dello spazio post TG, la Maglie ha provato a ingraziarsi il leghismo con la seguente frase: “Greta Thunberg? La metterei sotto con l’auto”. L’ha pronunciata a Radio 2. E’ ridotta anche a questo l’emittente radiotelevisiva pubblica. totalmente sottomessa al governo gialloverde.
Chi frequenta il pozzo senza fondo di Internet sa di cosa parlo. Nel mondo si può calcolare che circa una metà di quello di cui si parla e che si scrive è frutto di pirateria nell’immenso serbatoio di Google, Wikipedia e simili fonti. Di tanto in tanto i pirati informatici sono svergognati, messi alla berlina da altri fruitori dei siti ricordati, che scoprono il plagio di documenti inglobati con il famigerato copia-incolla, senza neppure lo sforzo di modificare qualcosa del testo originale.
In Basilicata si vota per le regionali e viene alla luce una sconcertante scoperta. Il programma elettorale dei 5Stelle è appunto il copia-incolla tratto da un articolo della rivista della Fondazione D’Alema del 2008, firmato da Busilacchi, consigliere Pd della Marche, direttore dell’Iries e docente di sociologia. Lo ha rivelato il giornale on line The Post Internazionale confrontando i due documenti. Interi paragrafi sono ripresi senza citare la fonte. L’autore del documento originale dichiara di non essere stato contattato da esponenti pentastellati. Aggravante del plagio è che il saggio risale a più di dieci anni fa e si riferisce a un contesto economico molto diverso da quello in corso.
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