La Terra, nel sistema di mondi che navigano nell’universo, ha infettato se stesso con il virus di una pandemia globale, priva di antidoti, di terapie risolutive: il pianeta che si avvia ad estinzione per totale irresponsabiltà di cinici attentatori alla sua salute ambientale, è preda di poteri dispotici, che in forme diverse, ma con identico fine, spaccano in due l’umanità con il regime egoistico dell’ingiustizia sociale. Ricchezze e povertà non hanno colore politico, sono uguali sfumature di grigio, ottenute con un dispotico mixer, sproporzionato nel bianco dell’opulenza e nel nero dell’indigenza. Fior di analisti accumulano insuccessi nel tentativo di spiegare il controsenso di un luogo della galassia, il nostro, straricco di risorse in grado di coprire i bisogni dell’intero genere umano e invece soggetto di discrasie tra quote del pianeta opulente e altre private del minimo per la sopravvivenza. La diagnosi è priva di un elemento fondamentale: la ricchezza, per storica prassi, si accresce sulla pelle delle povertà. Sovvertire questo assioma sta all’ideologia della giustizia sociale premessa di un moto rivoluzionario impedito dal potere che fraziona i privilegi in cento segmenti, sicché chi vive con mille euro difende il “privilegio” dalle aspettative di chi stenta a “campare” con cento euro.
Prima o poi, il popolo delle ingiustizie rompe gli argini della sottomissione, la rabbia esplode e in assenza di rappresentanze politiche di riferimento, nascono ribellioni esasperate: di neri (e non solo) contro le discriminanti razziste, dei giovani senza futuro, dei lavoratori contro lo sfruttamento, di quel che resta della sinistra in opposizione all’onda montante del neofascismo, dell’ambientalismo contro gli untori dell’inquinamento. Gli studenti tornano ciclicamente a lottare per un sistema scolastico al passo con i tempi e contestano i governi inadeguati, le donne rivendicano i diritti negati.
Esplode il caso dei gilet gialli e Macron, in emergenza, concede quanto aveva negato alle marginalità sociali,. Il 2018 italiano si chiude con il disastro dell’ignobile manovra che punisce il ceto debole della società con una micidiale stangata fiscale e contemporaneamente strizza l’occhio con condoni e sanatorie a evasori e titolari di grandi redditi. Non c’è notizia di gilet rossi, ma sembra che gli ottimisti a oltranza di Pd e affini, ne abbiano commissionati, per non essere da meno. Se nascerà un’onda d’urto potente quanto uno tsunami è la scommessa all’alba del 2019.
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