COSA NOSTRA / DOPO SEI MESI CATTURATO IL NUOVO  CAPO. MINEO CHI ?

Neanche sei mesi e il vertice della nuova Cupola mafiosa è già finito in gattabuia. Era stato infatti “eletto” come Capo dal parlamento mafioso appena a fine maggio scorso il suo membro più anziano, l’ottantenne Settimo Mineo, uno dei tanti commercianti di Palermo, gioielliere, con un solo precedente di spessore nella carriera giudiziaria ai tempi di Giovanni Falcone.

Poi niente, il silenzio più assoluto, un personaggio scolorito. Come erede di Totò Riina ha stabilito un vero record: la minor longevità come capo, ‘beccato’ a neanche sei mesi, appunto, dalla sua ascesa al trono.

La vecchia Cupola, o meglio una Cupoletta che ha cercato di rimettere insieme i cocci del suo antico potere, ed è subito finita nelle maglie degli inquirenti palermitani, che hanno arrestato il fresco numero uno con altri 45 affiliati.

In questo mezzo anno hanno cercato di far quadrato, ricominciando a tessere qualche passato rapporto. In particolare con Francesco Inzerillo, che Mineo ha incontrato almeno un paio di volte.

La vana ricerca di un’identità perduta, e caso mai ora da ritrovare tra piccoli traffici di droga e il solito racket. Ben poca cosa rispetto al controllo capillare degli appalti, del territorio e le varie trattative con le istituzioni.

Un’operazione di piccolo cabotaggio sparata sui media con forte intensità. Una medaglietta per il ministro-sceriffo Matteo Salvini, che la mattina stessa trovava il mondo di litigare in modo volgare e scomposto con il procuratore di Torino Armando Spataro, che lo aveva giustamente mandato a quel paese per eccesso di loquacità via social su operazioni in corso.

Ma ci vogliamo rendere conto che un altro Matteo, stavolta Messina Denaro è ancora libero come un fringuello chissà tra quante e alte complicità ed è il superlatitante che detta ancora le sue regole? Che è con ogni probabilità in possesso di quel famoso elenco dei 3000 nomi custodito nella casa dove Riina venne catturato, lasciata incredibilmente libera dalle truppe di Mario Mori e del mitico capitano Ultimo, al secolo Sergio De Caprio?

E, soprattutto, che la mafia non è più fatta da ottantenni, pizzini & caciotte, ma da conti in banca esteri, fiduciarie, maxi riciclaggi e investimenti esteri (come nelle stesse ore ha dimostrato l’inchiesta sull’asse Italia-Germania-Olanda incentrata sui miracoli affaristici della ‘ndrangheta), imprese sporche, politici collusi e colletti bianchi?

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