Un ufficio per ben sei anni costretto all’inattività, ora sta funzionando a pieno regime, attraverso iniziative concrete, proposte, azioni tese non solo alle tutela dei cittadini nei confronti degli abusi della pubblica amministrazione, ma per valorizzarne in tutti i settori una partecipazione sempre più attiva.
Stiamo parlando del Difensore civico della Campania, finalmente in sella dopo oltre 6 anni di battaglia giudiziaria. Ci sono volute ben 7 sentenze per riuscire nell’impresa. Di particolare importanza l’ultima, quella del Consiglio di Stato, che ha insediato l’avvocato Giuseppe Fortunato, ma soprattutto ha sancito in modo inderogabile quale deve essere il criterio da seguire in tutte le nomine per le cariche della pubblica amministrazione: quello del merito, della comparazione dei curricula, per valorizzare le professionalità, le capacità e non quelle clientele partitiche che hanno fino ad oggi imperversato in tutti gli enti locali. Quindi, d’ora in poi, legalità, merito e trasparenza.
Dopo nove anni di attesa, grazie all’impegno del Difensore civico si è sbloccato l’iter per la formazione della Macroregione Mediterranea (ve ne sono già quattro in Europa e altrettante in Italia). “Ora i cittadini – spiega Fortunato – possono partecipare a questa formidabile iniziativa dell’Unione europea. Finalmente liberi da lobby e partiti, i cittadini proveranno la democrazia partecipata e meritocratica. E non torneranno indietro”.
E sono già molte le iniziative avviate in Campania. Partiamo dalla sanità, un settore ovviamente delicato, anche perchè nella Regione continua il regime commissariale (è il Governatore Vincenzo De Luca ad essersi autonominato commissario) e i problemi da affrontare sono ‘storici’, tra sperperi e inefficienze d’ogni risma. Il Difensore civico intende sviluppare azioni per coprire gli enormi deficit sul fronte dei disabili, dei talassemici, dei bimbi autistici (rendendo le strutture molto più efficienti di adesso), delle barriere architettoniche (ne è stato già chiesto l’abbattimento di decine e decine).
Poi l’ambiente. Una forte battaglia sul fronte della gestione degli Enti Parco, che non hanno certo brillato per la loro incisività in questi anni. “Il Governo deve sciogliere – sostiene Fortunato – gli organi incapaci degli Enti Parco che non sanno assicurare la dovuta partecipazione dei cittadini e subito sostituirli. A casa i dirigenti incapaci”.
Altro fronte bollente, ovviamente soprattutto d’estate, quello degli incendi boschivi, una piaga che flagella ormai in pratica tutte le regioni ma la Campania è stata sempre la più martoriata, anche perchè il fenomeno si intreccia con gli interessi della camorra. “Ora è il momento – osserva Fortunato – di risolvere strutturalmente il problema. I Comuni sono stati sollecitati ad un diverso e più forte impegno: le loro risposte dovranno pervenirci entro il 15 dicembre”.
Ovviamente lotta senza quartiere all’abusivismo edilizio. “L’abusivismo speculativo – spiega il Difensore civico – connivente spesso con la camorra, sta già subendo con le nostre iniziative i primi colpi. Abbiamo provveduto a commissariare alcuni comuni inadempienti e continueremo su questa strada”.
Occorre poi proseguire lungo la strada delle “buone nomine”, ossia valorizzando il merito, in tutti gli enti locali e territoriali: per fare un solo esempio, all’EAV, l‘Ente Autonomo Volturno che oggi si occupa dalla disastrata mobilità napoletana.
Dal canto suo, l’Associazione Nazionale dei Difensori Civici Italiani ha diffidato le Regioni Puglia, Calabria e Sicilia, perchè non hanno ancora provveduto alla nomina dei loro Difensori civici, “ancora mancanti, e invece da nominare per merito e non per clientelismo”.
Sul fronte giudiziario, poi, si è in attesa della sentenza della Tar Lombardia in merito alla nomina di oltre un anno fa del suo Difensore civico. All’epoca il Governatore era Roberto Maroni e la giunta nominò tale Carlo Lio come Difensore. Mentre la legge prevede densi curricula (con forti esperienze in campo giuridico e amministrativo) e la comparazione tra i migliori, nel pedigree del signor Lio c’era unicamente una “licenzia media”: testuale, licenzia. Se ha un briciolo di dignità, fa bene mister Lio a lasciare la sua poltrona prima dell’inevitabile, scontata sentenza.
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