TERREMOTO IN CAMPANIA / PASSATI 38 ANNI, LA CAMORRA RINGRAZIA

E sono 38. Parliamo degli anni trascorsi dal terremoto che sconvolse Campania e Basilicata quel 23 novembre del 1980. Un terremoto che fra l’altro si trascina ancora oggi. Non poche famiglie, in Campania, sono ancora alloggiate in quei fabbricati provvisori. E’ il caso, ad esempio, di un intero quartiere a Nocera Inferiore, dove gli abitanti denunciano l’impossibilità di continuare a vivere in quelle strutture nelle quali dovevano rimanere massimo 8-10 anni.

Ma quella data non può essere dimenticata perchè da occasione di possibile sviluppo (come avvenne in Friuli), per i ben 65 mila miliardi di lire stanziati dallo Stato (e poi altri fiumi di danari pubblici successivi), non solo non vennero raggiunti gli obiettivi di crescita, ma si ottenne invece l’effetto di finanziarie le imprese di partito e la camorra, che da allora in poi divenne una vera holding.

Con tanto di patto con lo Stato siglato l’anno dopo, il 1981, in occasione del rapimento del potente assessore Dc Ciro Cirillo. Fu, quella, la prima, autentica trattativa Stato-mafia: la Dc otteneva la liberazione del suo uomo, e dava in cambio alla camorra una amplissima fetta dei lavori post sisma, dal movimento terra al calcestruzzo, ai subappalti, regolarmente smistati dalle “imprese di partito”, scatole vuote senza operai né manovalanza, solo qualche impiegato per affidare subito i lavori alle sigle gestite da cosche e clan.

Si calcola che almeno il 30 per cento del totale degli importi per la ricostruzione sia finito nelle casse della camorra (si parla quindi di oltre 20 mila miliardi di lire!), come stimò anche il sociologo italo-americano Rocco Caporale.

Il resto dei soldi venne suddiviso tra le imprese taroccate, faccendieri, colletti bianchi (progettisti in primis, poi avvocati, commercialisti, ingegneri e via elencando).

La copertina di Grazie Sisma. In apertura il terremoto del 1980

Per questo il post terremoto vide germogliare una classe dirigente tutta campana, proiettata a livello nazionale. Sono gli anni ruggenti dei Pomicino, degli Scotti, dei Gava, dei De Mita, dei De Lorenzo, dei Conte, solo per fare alcuni nomi. La Voce documentò l’affaire pubblicando il libro “Grazie Sisma – Dieci anni di potere e terremoto”, uscito a novembre 1990.

E sapete come è finita la maxi inchiesta avviata a passo di lumaca dalla procura di Napoli a inizio anni ’90, dopo la relazione Scalfaro che documentava (pur se in maniera incompleta) fatti & misfatti del dopo terremoto? In beata prescrizione, of course, dal momento che il capo di imputazione fu quello di corruzione / concussione (che si prescrive in 7 anni e mezzo) e non quello, evidente, di associazione a delinquere di stampo camorristico (che si prescrive in 15 anni).

E sapete perchè quel clamoroso “errore”? Perchè nelle decine e decine e di faldoni giudiziari, la parola “camorra” non fa neanche capolino! E oplà, tutti beati e prescritti, e quei big soprattutto targati Dc liberi e belli di continuare a razzolare nelle sempre più vaste praterie dei lavori pubblici.

Sì, perchè il modello delle “concessioni” aveva funzionato benissimo in occasione della ricostruzione, con le sue varianti in corso d’opera, revisioni prezzi, sorprese geologiche, tutto quanto ha consentito di allungare i tempi a dismisura, di chiedere più soldi e caso mai finanziare opere costate uno occhio, fatte male e che nulla avevano a che vedere con il dopo terremoto, come i lavori-scempio ai Regi Lagni, partiti da 600 milioni di lire e arrivati a sfiorare il tetto dei mille (e anche in quel caso il processo è finito in flop).

Quel copione fece da modello, da apripista. Poi appalti a go go con l’eterna Salerno-Calabria e i lotti equamente suddivisi tra camorra e ‘ndrine; quindi il super boccone dell’Alta Velocità, stavolta partita da 27 mila miliardi, arrivata a 150 mila a fine anni ’90 e oggi giunta ad importi ormai incalcolabili.

E la Campania? A conti fatti sta ben peggio del pre terremoto, fabbriche chiuse, edilizia fatiscente, disoccupazione a livelli mai raggiunti, povertà in assoluto boom. E la camorra gode: ormai globalizzata, è sempre più un gigantesco affare gestito dai colletti bianchi….

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