UNA NUOVA ONDATA DI ANTISEMITISMO

È incredibile, ma l’ondata di antisemitismo, che ha fatto seguito allo scontro in atto tra Israele e Hamas, è stato riacceso proprio dai comportamenti dello stesso governo israeliano. Netanyahu ha infatti riacceso le polemiche con la violenza del suo esercito quando ha cinicamente perseguito atroci stragi del popolo palestinese. Stragi tanto violente da non poter essere giustificate nemmeno dall’azione terroristica del 7 ottobre ad opera dei miliziani di Hamas. L’esercito israeliano ha infatti deciso cinicamente di “sradicare” il terrorismo arabo distruggendo anche la popolazione civile che, a suo dire, appoggia in massa il terrorismo.

Ma come non potrebbe supportare Hamas? Soprattutto di fronte alla persistente   mancanza di sensibilità del governo israeliano che, avendo imbarcato gli estremisti guerrafondai ed i rappresentanti dei coloni, persegue il sistematico sterminio del popolo palestinese, si impossessa delle loro case ed ha insediato nuovi kibbutz sulle loro terre, cacciando con la forza i contadini arabi che le abitavano pacificamente.

La violenza di questa guerra non trova più alcuna giustificazione, nemmeno in America. In Europa comincia anche a manifestarsi un nuovo sentimento di antisemitismo. Avviene in Italia, e ancor più in Francia, Austria e Russia, dove si registrano quotidianamente azioni di protesta, soprattutto di giovani, e si vedono alcuni gesti di netto stampo antisemita, come certamente è la cacciata di studenti ebrei dalle grandi università e la richiesta di cancellazione di tutti i progetti di collaborazione scientifica con Israele. Tutto ciò ricorda un terribile passato che è diventato improvvisamente più vicino.

A Trastevere sono state deturpate persino alcune pietre d’inciampo, collocate a ricordo del rastrellamento degli ebrei romani dell’ottobre del 1943. Episodi simili si sono registrati anche a Bologna ed a Milano. Questi gesti sono tutti da mettere in relazione al conflitto in atto, ma rivelano radici più profonde. Risvegliano forti sentimenti di diffidenza e di complottismo che dilagano nel presente, ma che guardano al passato.

Tutto questo e altro, è emerso da uno studio dell’Eurispes, che si è posto il problema di indagare sulla diffusione dell’antisemitismo nei comportamenti di massa. Dalle opinioni raccolte si evince che una parte degli italiani non crede che l’olocausto sia stato un evento reale, che non ci sia stata una strategia di aggressione nei confronti dell’intero popolo ebraico, anzi avanzano alcuni vecchi stereotipi comportamentali riferiti a quel popolo.

L’Eurispes ha evidenziato che circa il 16% degli italiani oggi nega esplicitamente la intenzionale persecuzione ebraica, ritenendo impossibile che si siano potute fare così tante vittime come viene sostenuto. Il 24% degli italiani pensa, inoltre, che gli ebrei siano pericolosi in quanto controllano ancora il potere economico e finanziario e, a detta di più di un quinto degli intervistati, controlla anche i maggiori network dell’informazione, orientando così le politiche dell’occidente.

Complottisti e negazionisti si registrano, è vero, sia a destra che a sinistra. Contrariamente a quanto si potrebbe logicamente ritenere, il negazionismo è radicato tra gli elettori del centro-sinistra, anche se in questo schieramento, non attecchisce la tesi secondo cui gli ebrei controllano ancora il potere economico e finanziario, tesi invece molto diffusa a tra gli elettori di destra. Si rafforza la convinzione dell’esistenza di una spinta alla cosiddetta “sostituzione etnica” … naturalmente finanziata da noti miliardari di origine ebraica. Ma nessuno, sino ad oggi, è però stato in grado di formulare una spiegazione logica per giustificare la logica di tale azione.

Sempre leggendo i dati Eurispes, si evince la convinzione di molti che anche la Shoah non sia esistita. Tesi anche questa, imprevedibilmente, sostenuta da un’alta percentuale di intervistati che si dichiarano elettori di centro-sinistra (risultano essere circa il 24%). I revisionisti risultano più numerosi della media a sinistra, con oltre il 23% degli intervistati. Secondo questi elettori l’olocausto, pur realmente avvenuto, avrebbe prodotto molte meno vittime di quanto di solito si afferma.

Questi sono alcuni dei risultati che si ricavano dai dati dell’indagine Eurispes. Questo studio si era interrogato anche sul valore che i crimini di odio contro gli ebrei ricoprono oggi nella società e parlano di un’ondata di ritorno dell’antisemitismo.

Ma che significa oggi questo termine? In fondo con “antisemitismo” ci si riferisce ad un sentimento radicato nella civiltà occidentale, forse perché investe un popolo considerato “deicida”. E conta veramente poco che Joshua fosse di origini ebraiche. Conta invece che colui che si dichiarava “figlio di Dio” sia stato ucciso dal suo stesso popolo. Ne deriva il sentimento di ostilità. Una sorta di rivolta tribale dei figli prediletti contro il padre biblico, il cui figlio in terra è stato prima condannato a morte e, solo poi, deificato. Introiettato e divorato attraverso l’eucaristia, fatto vivere solo in una chiesa lontana, che deve bandire quell’omicidio e perseguitare quelli che ritiene siano stati gli assassini. Questo per espiare e allontanare da sé quel crimine.

Ricordiamo che lo stesso Hitler temeva fortemente di essere ebreo, in quanto figlio illegittimo di una cameriera ebrea. Vero o falso che fosse lui aveva questa ossessione che lo porterà a odiare quel popolo.

Ma se si innesta questa ricostruzione sulla storia e sulla psicologia popolare, forse può risultare più chiaro perché l’ebreo è poi diventato il capro espiatorio di ogni male, dalla peste alle crisi economiche, dal le guerre a ogni calamità. Parliamo dell’avversione verso un popolo senza Stato e perennemente nomade, che ha rifiutato ogni possibile assimilazione. Per di più l’ebreo di oggi risulta essere un mix di tante radici etniche diverse, confluite dopo la guerra nella terra assegnata ad Israele. Anche per questo motivo è un popolo disomogeneo, tenuto assieme solo dalla Thorah. Ma è stato proprio grazie a questa molteplicità di culture che è diventato un popolo portatore di novità economiche, filosofiche, scientifiche, artistiche. Dunque, un popolo creativo, intelligente e minaccioso …. in ogni caso peculiare.

Quel che conta è riconoscere che l’antisemitismo è una convinzione originata in occidente, spesso implementata anche dagli stessi comportamenti israeliani.

Oggi questo rischia di diventare un virus pandemico che può deflagrare nuovamente, come una guerra teologica mondiale proveniente dal Medioriente, dove dopo la Shoah, l’occidente aveva pensato illusoriamente di poterlo gestire e controllare.

 


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