Rocco Casalino, portavoce di Conte: vendetta, tremenda vendetta

[Vignetta di Ellekappa, ovvero la genialità della satira: “Incostituzionale il reddito di cittadinanza solo per gli italiani”/ “No problem. Rispettare la costituzione non è nel contratto” (di governo, ndr)].

Ci è proprio simpatico Rocco Casalino: un volontario antagonista del governo come lui dove lo trovi? Intasca 170mila euro all’anno, in barba all’ideologia grillina del risparmio e dei tagli e si auto elogia: “Valgo tanto e pure di più”. Avvezzo a spifferare il suo elevato pensiero (sms ai giornalisti durante i funerali delle vittime di Genova “Scrivete: applausi al Di Maio, fischi al Pd”) fa di meglio in corso della colazione al bar con cornetto e cappuccino. Esterna e precisa che “Se vuoi far uscire una cosa simpatica, scrivi che nel Movimento è pronta la megavendetta. La metti però come fonte parlamentare”. Il vendicatore strapagato come suggeritore di Conte posta l’audio shock su WhatsApp, perché sia diffuso. Suona come minaccia, tipica dei clan nei confronti dei vertici del Tesoro: “Obbediscano o li facciamo fuori”. Ce l’ha in particolare con il ministro dell’economia Tria che manifesta dubbi sulla reperibilità di risorse capaci di coprire i costi del reddito di cittadinanza e non solo. “Se non si trovano i soldi per il reddito di cittadinanza, noi del M5s per tutto il 2019 ci dedicheremo a far fuori una marea di gente del Mef” (apparato del Tesoro). L’Incompiuto Di Maio, giorni addietro gli si era rivolto a Tria con piglio da dittatore: “Da un ministro pretendo che trovi i soldi”.

Casalino è quello che mostrò il dito medio alzato a Macron dopo un summit sull’immigrazione e che minacciò un giornalista del Foglio, critico con i 5Stelle “Ora che il tuo giornale chiude che farai? Sono in corso dei colloqui per assunzioni. Se vuoi ti convoco”.

Al gentile presidente della Camera Roberto Fico: “Perdoni l’impudenza, ma sono certo che mi assolverà. Pendiamo dalle sue autorevoli labbra. Non manca giorno che non esterni dissenso nei confronti dei suoi co-grillini, in aperta sintonia con gli ideali della sinistra. È certamente antagonista del nucleo di pentastellati che indulgono a proclami xenofobi per quieto vivere con il razzista “Ce l’ho duro Salvini”. Niente male. La sua vocazione all’accoglienza si sostanzia nella frase lapidaria “L’Italia salvi tutte le vite in mare”. Il suo ultimo monito alla lega, ma di riflesso al Movimento 5Stelle, avverte “Sono contrario a tutti i condoni, comunque li si chiami”. Ce l’ha sicuramente con la Lega, ma non meno con l’ambiguità del suo Movimento che dice e non dice, che mistifica la sostanza dell’annunciato condono bluffando, chiamandolo pace fiscale. Lei è contrario a tutti i condoni, comunque li si chiami: “In un Paese in cui dai l’idea che puoi evadere o costruire abusivamente perché dopo 10 anni puoi sanare, è chiaro che ogni condono va in questa direzione”. Dichiarazione tombale? Scusi è preoccupato dai sovranisti? “Sono molto preoccupato da un’Europa dove gli egoismi nazionali diventano più importanti della solidarietà” (preoccupato da?). Ma nella sede dei Cinquestelle esiste un testo di grammatica e sintassi della lingua italiana?

Non sono ancora risolutivi i suoi empiti di intolleranza per l’inquinamento del grillismo, ricattato dalla Lega, ma fino a quando? Se poi fosse protagonista del classico gioco delle tre carte per non sottrarre consensi alla sinistra di Cinquestelle, sia bravo, desista dal dissentire con Di Maio e si pronunci piuttosto sull’inciucio Salvini-Berlusconi per Foa presidente Rai in cambio di posti chiave (reti, Tg) e di non belligeranza con Mediaset. Ma poi, che pensa della prossima contiguità con il centro destra se mette insieme i rigurgiti neofascisti di Lega e Fratelli d’Italia (che strizza l’occhio a Casa Pound e Forza Nuova) con il berlusconismo? Esterni, presidente, grazie.

Conte è devoto di Padre Pio e gira il mondo con una medaglietta che lo raffigura (in bella vista da Vespa a Porta a Porta), dunque cattolico militante, dunque favorevole al pentimento in confessionale e all’assoluzione con una paio di Ave Maria e tre Pater Noster. Il premier è a casa, nel foggiano, per il cinquantesimo della morte di padre Pio ma l’assenza dal governo chi mai l’avverte? Si confessi, presidente, la sua velleità di assumere titolarità della cattedra di diritto è un raro esempio di conflitto d’interessi, nepotismo e uso improprio di un alto profilo istituzionale. Rivela l’Espresso di aver scoperto incompatibilità e conflitti d’interesse a monte del concorso. Il professore Del Prato, prima che fosse bandito il concorso, indicò Conte come presidente di un arbitrato milionario del quale lui steso faceva parte. Conte mantenne l’incarico per circa un anno, mentre aveva già deciso di partecipare al concorso con Del Prato presidente della commissione d’esame. Si penta, presidente, esegua la penitenza del suo confessore e andrà in paradiso.

Devo al comune di Napoli alcune centinaia di euro per pagare il servizio della raccolta rifiuti. Ho sempre onorato questo dovere in un solo versamento per non rischiare di dimenticare la scadenza di una rata trimestrale. Errore. Sull’abbrivio della storica concessione alla Lega di sdebitarsi dei 49 milioni truffati allo Stato di qui al 2079, con rate semestrali di seicentomila euro (senza aggravi di mora), rivendico il diritto di spalmare il debito mio e dei miei eredi con il Comune, in centoventi rate semestrali di euro 2,5 (due virgola cinque) di qui al 2079. Si associano imprenditori, che non hanno rubato nulla, falliti per l’impossibilità di pagare esorbitanti tributi fisco e che avrebbero superato la crisi con dilazioni dei pagamenti all’Agenzia delle Entrate rateizzati in quasi ottant’anni. Non dice la Costituzione che tutti i cittadini italiani hanno uguali diritti? Il sindaco siciliano di Lentini, terra di disoccupazione ed emergenza sociale, invia al governo la richiesta di rateizzare nei famigerati 76 anni tutti i debiti tributari dei concittadini con un provvedimento epocale, felicemente sperimentato con la Lega.

Francamente: qualunque scelta di candidatura italiana alle olimpiadi sarebbe frutto di conflittualità Lega-5Stele. Su fronti opposti Milano-Cortina (Lega) e Torino (Cinquestelle). Tramontato il sodalizio a tre, la sindaca grillina di Torino Appennino punta i piedi: “Io da sola o niente”. La componente di governo pentastellata le dà spago, Nemmeno un euro all’asse Milano-Cortina (Sala, Pd – Zaia, Lega), che conta sul sì di Malgò, presidente Coni ma deve recuperare le risorse per l’organizzazione dei giochi. La terza via è rinunciare, forse la migliore.


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