Ennesima puntata nella telenovela per la nomina del Difensore Civico alla Regione Campania. Dopo il parere dell’Avvocatura di palazzo Santa Lucia che mira a eludere la sentenza ultima chiarissima del Consiglio di Stato, ora ne arriva un altro dalla prima commissione Affari istituzionali dello stesso ente guidato dal Pd Vincenzo De Luca.
Un parere che annuncia di sciogliere il rebus della comparazione tra i curricula presentati dai candidati per la carica di Ombudsman campano con una querelle che dura da sei anni e ben tre sentenze del Consiglio di Stato (del 2015, del 2016 e di dicembre 2017) fino ad oggi rimaste lettera morta.
Vediamo, allora, come diradano le nebbie i componenti della commissione Affari istituzionali, nel parere firmato il 1 febbraio dal Presidente della Commissione Alfonso Piscitelli.
Così scrivono: “si comunica che questa Commissione nella seduta odierna ha proceduto alla valutazione comparativa delle singole candidature e ha espresso all’unanimità, su ciascun candidato, il giudizio sintetico da elenco allegato”.
Fa seguito una lista di 47 nomi, una perfetta copia di quell’elenco del 2012 incredibilmente rimesso in campo dall’Avvocatura regionale, come se nel frattempo non fossero arrivate ben sei sentenze (non solo del Consiglio di Stato, ma anche di Tar e Cassazione) fino ad oggi inapplicate.
Immaginate una seria comparazione tra i 47 curricula, con tanto di titoli, incarichi, competenze ed esperienze maturate dai singoli candidati e segnalate dalla commssione? Niente di tutto questo. E, invece, un elenco di nomi con invariabilmente a fianco la dicitura “peculiare competenza in materie giuridico-amministrative”, oppure “generica competenza in materie giuridico amministrative” oppure solo in pochi casi limiti è stata evidenziata la competenza inadeguata.
La cosa più grave è che fra i candidati che hanno “peculiare competenza giuridico-amministrativa” (che è il requisito minimo, dalla Commissione largamente concesso) non è stata fatta alcuna comparazione.
Inoltre, nonostante la sentenza lo escluda, si riapre nuovamente la porta ai pensionati e l’eventuale futuro incarico dovrebbe essere svolto a titolo gratuito e dovrebbe avere la durata massima di un anno.
Così commenta un avvocato amministrativista che ha seguito la vicenda: “un parere, quello della Commissione, che non sta né in cielo né in terra. In barba ad ogni regola e legge, innanzitutto sono stati intromessi nuovamente i candidati che non avevano impugnato e poi ancora una volta non è stata effettuata alcuna comparazione tra i curricula, ma i nominativi sono stati messi tutti dentro in modo indiscriminato. Solo per due pensionati sono state fatte un paio di piccole specifiche, per di più errate dal momento che la carica è prevista per un tempo fisso di cinque anni (a garanzia dell’indipendenza), e non certo di uno. Ancora una volta il potere politico, in modo non solo arrogante ma anche illegale, intende fregarsene di ogni merito e di ogni curriculum, per nominare un proprio nome, scelto nel solito modo lottizzato e clientelare”.
Secondo i rumors di palazzo Santa Lucia, nelle riunioni del consiglio regionale della prossima settimana uscirà il coniglio dal cilindro. Ecco una previsione: “alcuni vogliono ritentare con il nome di Francesco Eriberto D’Ippolito, ma è stato già bruciato perchè in palese conflitto d’interessi. Altri invece pensano di scegliere una marionetta facilmente pilotabile, ad esempio un ex funzionario della Regione in pensione. Basta che non sia Giuseppe Fortunato, visto come il fumo negli occhi perchè non risponde a criteri di corrente o di sottocorrente”.
Tanta fretta perchè la sentenza del Consiglio di Stato dell’11 dicembre 2017 prevede 60 giorni per la sua applicazione. E quella sentenza prevede la nomina proprio di Giuseppe Fortunato, per via del suo curriculum indubbiamente superiore e sulla scorta di tutte le sentenze precedenti.
Se la Regione non ottempera, dovrà essere nominato un commissario ad acta in grado di attuare le procedure necessarie per l’insediamento del legittimo vincitore.
Altro che trucchi & finti bandi e comparazioni taroccate.
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