CASO SCHWAZER / DA COLONIA IN ARRIVO LE PROVETTE PER IL TEST DEL DNA 

Comincia a squarciarsi la cortina di omissioni & omertà sul caso di Alex Schwazer, il campione altoatesino escluso dalle Olimpiadi di Rio per un prelievo di urine taroccato. Il giudice del tribunale di Berlino, infatti, ha parzialmente accolto la rogatoria internazionale del gip di Bolzano, Walter Pellino, sulla consegna dei campioni di urine affinchè il Ris di Parma possa effettuare  il decisivo test del DNA.

Un braccio di ferro durato mesi, anche per le pesanti interferenze della IAAF, ossia la Federazione internazionale di atletica, e della WADA, l’Agenzia internazionale antidoping. Iaaf e Wada, infatti, hanno cercato in tutti i modi – come dimostra una fitta corrispondenza e mail d’inizio 2017 – di condizionare le decisioni del laboratorio di Colonia, dove si trovano le provette, perchè non venissero consegnate al gip di Bolzano.

La decisione del giudice di Colonia sana una precedente situazione, quella di una consegna parziale e insufficiente. In prima battuta, infatti, il laboratorio di Colonia ha consegnato solo una parte del campione A. Adesso dovrà consegnare una ulteriore parte del campione A e una quantità sufficiente del campione B. Senza entrambi i campioni – osservano gli esperti – non si può effettuare un esame del DNA probante: e i quantitativi devono essere sufficienti per l’esame stesso.

Un altro dato significativo. Alle delicate operazioni di confezionamento delle provette, prima del trasporto, potranno assistere sia il perito nominato dal pm di Bolzano che quello scelto dai legali di Schwazer. Affinchè tutto possa avvenire nella massima trasparenza, cioè senza “incidenti di percorso”: per la serie, una manipolazione bis, dopo quella avvenuta il 1 gennaio 2016, inusuale data per il prelievo effettuato ad Alex, lasciando aperta una finestra di 24 ore prima della consegna a Colonia. 24 ore nelle quali può essere successo di tutto.


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