CRAC CIRIO: LE CONDANNE DEFINITIVE IN CASSAZIONE APRONO STRADA AI RISARCIMENTI CIVILI

Elio Lannutti. Sopra, Cesare Geronzi

Elio Lannutti. Sopra, Cesare Geronzi

La Cassazione ha condannato definitivamente l’ex presidente della Banca di Roma Cesare Geronzi a 4 anni di reclusione (tre coperti da indulto) e chiesto un nuovo processo per Sergio Cragnotti, per il crac della Cirio, che dovrà essere processato di nuovo dopo che i giudici supremi hanno annullato con rinvio la sua condanna in secondo grado in relazione al capo d’accusa più grave per la vicenda ‘Bombril‘, che era costata all’imprenditore una pena di sette anni di reclusione, mentre in totale Cragnotti era stato condannato a otto anni e otto mesi.

  I giudici di Cassazione si sono espressi anche su tutte le altre pendenze giudiziarie del crac, confermando definitivamente le condanne per il figlio di Cragnotti, Andrea, che aveva 2 anni e 4 mesi di reclusione coperti da indulto, così come la prescrizione definitiva per bancarotta preferenziale degli altri due figli di Cragnotti, Elisabetta e Massimo. La Cassazione ha inoltre confermato la condanna a 3 anni e 10 mesi per Filippo Fucile, genero di Cragnotti (anche per lui 3 anni coperti da indulto), confermando 3 anni e 4 mesi di reclusione per Ettore Quadrani, consigliere di Cirio, ed a 2 anni di reclusione, per gli ex dirigenti apicali della Banca di Roma Antonio Nottola e Pietro Celestino Locati.

   Adusbef plaude alla sentenza, nonostante 14 anni trascorsi dal crac dei pelati, che aveva coinvolto 35 mila risparmiatori “deboli”, indotti ad acquistare obbligazioni Cirio da 55 istituti di credito per un collocamento truffaldino delle quattro banche del consorzio (Capitalia, Credem, Unicredit e Banca Intesa), titoli privi di rating e senza prospetto informativo piazzati nel biennio 2000-2002, destinati agli investitori istituzionali, ma come di consueto collocati ai bond holders per rientrare dei rischi degli allegri affidamenti a Cragnotti.

   Il presidente Adusbef avv. Antonio Tanza, presente ieri anche nel dibattimento in Cassazione in rappresentanza di centinaia di piccoli risparmiatori, dopo aver seguito tutto l’iter processuale, soddisfatto  per la sentenza definitiva che prevede l’esecutività del risarcimento per il 5% delle somme perse da ciascun risparmiatore danneggiato nel crac Cirio, direttamente esercitabile dopo il deposito delle motivazioni, chiederà in sede civile, il risarcimento integrale dei danni patiti che sarà richiesto ai singoli condannati del crac dei pelati.


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