VITO GAMBERALE / TUTTI I BUSINESS IN IRAN A BORDO DI QUERCUS

Ricordate il top manager di Stato, prima messo sotto inchiesta e poi assolto nel post Tangentopoli? L’ex reuccio delle Autostrade e non solo, al secolo Vito Gamberale?

Bene, adesso è uno dei leader maxini dei ‘Fondi’, i big che ormai dominano sovrani – è il caso di dirlo – nelle economie di mezzo mondo. Opaci & misteriosi quanto è giusto che sia, in un’economia occupata da una finanza che più nera non si può.

Già al timone del fondo F2i impegnato nelle infrastrutture, ora Gamberale è al vertice di un altro fondo, Quercus, che si occupa in prevalenza di energia. Ad affiancarlo Diego Biasi, ex direttore generale di Banca IMI a Londra.

Il tandem, adesso, punta dritto ai paesi arabi. E fa leva sulle energie rinnovabili, da spendere come moneta sonante proprio in quelle nazioni.

Il più fresco business messo a segno è in Iran, nella black list americana ma non per gli affari di casa nostra. E’ infatti il fondo Quercus ad aver sottoscritto con il governo di Teheran un accordo da ben 600 milioni di euro per portare avanti dei progetti sul fronte delle energie del futuro, le rinnovabili.

Quercus è acquartierata in Lussemburgo, ottimo paravento per le operazioni più acrobatiche.

Nel suo variegato azionariato di tutto e di più: casse previdenziali, un big delle assicurazioni, istituti di credito, fondazioni e via di questo passo. E ottime credenziali in Canada.

Misteri esteri.

 

Nella foto Vito Gamberale

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