PANDEMIA / DALL’INCHIESTA DI BERGAMO NASCE UN FILONE ROMANO. GRANE PER I BIG? 

Grane in vista per l’ex premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza (sia negli esecutivi Conte che in quello capeggiato da Mario Draghi).

Ed anche per parecchi amministratori lombardi. E per i papaveri della ‘Scienza’ (sic).

L’ex ministro Roberto Speranza. Sopra, i giorni tragici della pandemia

Dopo quasi tre anni di indagini, infatti, si è chiusa l’inchiesta avviata dalla procura di Bergamo che ha accertato “gravi omissioni”. Il capo di imputazione dal quale è partito il numero uno della procura orobica, Antonio Chiappani, è “epidemia colposa per reato omissivo improprio”. Bisognava accertare, in sostanza, se sono stati adottati tutti i provvedimenti necessari per intervenire subito, e delimitare i confini della ‘zona rossa’, ossia l’epicentro dal quale è partita l’epidemia.

Man mano, però, le indagini si sono focalizzate sulla mancanza di un ‘piano pandemico’ ad hoc per fronteggiare l’emergenza, visto che quello ancora in vigore risaliva addirittura al 2006. Un piano di competenza governativa (e da qui le responsabilità del premier e del ministro). “Se applicato – sostengono gli inquirenti – si sarebbero potute salvare molte vite”.

 

E, aggiungiamo noi, moltissime vite si sarebbero potute salvare se dal solito ministro Speranza non fosse partito il diktat ‘Tachipirina e vigile attesa’ che nei fatti ha impedito ai medici di prescrivere i farmaci e le cure ad hoc per fronteggiare subito il Covid fin dai primi sintomi, come ad esempio l’idrossiclorochina, usata con successo negli Stati Uniti e in Francia ma da noi addirittura vietata: e c’è voluta perfino un’ordinanza ad hoc del Consiglio di Stato a dicembre 2020 per legittimarne l’utilizzo. Ma su questa gravissima mancanza fino ad oggi la magistratura – a quanto pare – non si è ancora attivata.

 

Tornando alla mancanza di un piano pandemico aggiornato, da rammentare che un giovane ricercatore italiano emigrato a Londra, Robert Lingard, ha reperito via internet un dossier elaborato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che sbugiardava il governo: in quel dossier, infatti, l’OMSrimproverava il nostro Paese per il mancato aggiornamento. Si intitolava il rapporto: “An unprecedented challenge: Italy first response to Covid”, preparato da un team di ricercatori veneziani guidati da Francesco Zambon. Un dossier che in rete dura lo spazio d’un mattino, subito oscurato, e poi miracolosamente ritrovato da Lingard.

A questo punto l’inchiesta bergamasca si sdoppia in due filoni: quello sulla zona rossa è terminato, e si è ora in attesa di quanto decideranno i pm: rinvii a giudizio o cosa?

Il tribunale di Bergamo

Il secondo filone, che investe le responsabilità dell’esecutivo, passa per competenza a Roma, dopo che la procura di Bergamo ha definito l’accaduto un fatto “eclatante e di forte impatto”. L’inchiesta porterà via del tempo ma c’è da augurarsi che non finisca insabbiata nel solito ‘porto delle nebbie’.

E, soprattutto, esista una reale volontà di trovare tutti i responsabili, sia a livello politico (centrale e locale) che ‘scientifico’: perché è evidente che un organismo come il ‘Comitato Tecnico Scientifico’ e lo stesso ‘Istituto Superiore di Sanità’ avrebbero potuto e dovuto fare qualcosa. E, invece, sono stati a guardare. O hanno fatto guai.

 

Un altro terreno bollente sul quale prima o poi la magistratura italiana dovrà scendere in campo – come stanno da mesi facendo ad esempio negli Usa e nello stesso Parlamento europeo che a settembre ha costituto una ‘Commissione d’inchiesta sui vaccini’ – è proprio l’accertamento delle responsabilità penali (e anche in questo caso parliamo di livello politico e scientifico) per la vaccinazione di massa – addirittura obbligatoria – con prodotti ‘non efficaci’ e, soprattutto, ‘non sicuri’, come sta emergendo in modo clamoroso in tutto il mondo vista la gigantesca quantità di ‘effetti avversi’segnalati dagli organismi sanitari preposti, come ad esempio negli Usa i CDC (‘Centers for Deseases Control’) attraverso il sistema di monitoraggio ‘VAERS’.

Chi pagherà il conto per le migliaia di morti causate da vaccini ‘sperimentali’, come quelli a RNA messaggero griffati Pfizer e Moderna? Ricordiamo infatti che i ‘trials’, le sperimentazioni cominciate a inizio 2020 dovevano terminare il 31 gennaio 2023 (quindi pochi giorni fa): per cui tutti abbiamo fatto da ‘cavie’ in questi anni di pandemia!

 

E proprio per questi motivi il magistrato Angelo Giorgianni – per anni coraggioso pm antimafia in Calabria e in Sicilia, da pochi mesi in pensione – ha firmato un libro che suona come un j’accuse che più forte non si può sia per le autorità (sic) politiche che scientifiche di casa nostra: “Strage di Stato – Le verità nascoste della Covid-19”.

Angelo Giorgianni

E con ogni probabilità proprio per questo motivo, e per le sue forti prese di posizioni contro il ‘Green Pass’, ne sta subendo di tutti i colori. Come documenta una nota del segretario generale di ‘Dirpubblica’, Giancarlo Barra, indirizzata al primo ministro Giorgia Meloni. Nella comunicazione, viene chiesto il motivo di    tale forte accanimento contro Giorgianni, attraverso una serie di procedimenti amministrativi e giudiziari privi di ogni senso.

Cliccando sul link in basso, potete leggere la nota di ‘Dirpubblica’, una sigla sindacale molto battagliera sul fronte della difesa dei dipendenti della pubblica amministrazione. Ha portato avanti, negli ultimi anni, grosse iniziative per garantire soprattutto la trasparenza nei concorsi e sul fronte delle promozioni interne. Nel mirino sono finite l’Agenzia delle Entrate e l’Agenzia delle Dogane; mentre pochi mesi fa ha inviato una segnalazione all’ANAC (l’agenzia nazionale anticorruzione) affinchè punti i riflettori sull’INPS.

Vivaddio, una sigla sindacale che dà battaglia!

Mentre Cgil, Cisl e Uil (la famosa triplice d’un tempo che fu) dormono fra quattro guanciali. Un solo esempio? In Francia i sindacati scendono in piazza per la riforma delle pensioni che comunque bene o male garantisce alle minime sociali 1.200 euro al mese: da noi, per una miseria di 600 euro, neanche sufficiente per arrivare a fine mese, Maurizio Landini & C. non dicono una parola, neanche una sillaba.

Vergogna.

 

 

LA NOTA DI DIRPUBBLICA

Dirpubblica_Presidente-Meloni-Giorgianni

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