LUIGI DI MAIO INVIATO UE NEL GOLFO / “UNO SCHERZO?”, SI CHIEDE IL DUBAI

Sembrava certa, ora invece torna in alto mare la nomina dell’ex ministro degli Esteri nell’esecutivo Draghi, Luigi Di Maio, come ‘inviato speciale’ dell’Unione Europea nei paesi del Golfo, per trattare acquisto e prezzi dei così strategici prodotti energetici.

Ora quella candidatura, caldeggiata con vigore dall’ex premier Mario Draghi, sembra perdere pezzi in vista del voto finale europeo che dovrà eleggerlo.

Incredibile ma vero, viene rispedito al mittente proprio dai suoi prossimi interlocutori, i rappresentanti di quei paesi del Golfo coi quali dovrebbe negoziare: che hanno preso quella candidatura come uno ‘scherzo’, un pesce d’aprile.

Non ha peli sulla lingua il capo del ‘Centro di ricerca sulle politiche pubbliche’del Dubai, Mohammed Bahroon, che scrive sui social: “La nomina di Luigi Di Maio deve avere un profondo senso dell’umorismo europeo che mi sfugge”. E chiarisce in un’intervista rilasciata al quotidiano di lingua inglese specializzato in Medio Oriente, ‘The National’: “E’ difficile aspettarsi – osserva Bahroon – che Di Maio possa sviluppare relazioni positive tra i   paesi del Golfo e l’UE, visto che ha rovinato le relazioni del suo Paese con i due principali paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo’, ossia il CCG, composto da Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman, che ha sede a Riad.

Se dal Golfo arrivano i primi sberleffi, anche in Europa cominciano ad aprire gli occhi.

 

Significativo un reportage firmato da due giornalisti di grossa esperienza sul fronte europeo, Phipille Jacque e Allan Kaval. Ecco il titolo, che già parla da solo: “A Bruxelles fa scalpore la possibile nomina nella diplomazia europea. L’ex capo del Movimento 5 Stelle, antisistema ed euroscettico, ed ex ministro degli Esteri italiano, dovrebbe rappresentare l’UE nel Golfo. Josep Borrell deve ancora convalidare questa scelta”.

Ecco alcuni passaggi salienti del reportage.

“E’ un caso di riciclo che solleva interrogativi sia a Bruxelles che a Roma. L’ex vicepresidente del Consiglio italiano e ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, 36 anni, è sulla buona strada per diventare il rappresentate speciale dell’Unione Europea (UE) nei Paesi del Golfo, una carica di nuova creazione. Josep Borrell, capo diplomatico dell’Ue, deve decidere nei prossimi giorni se presentare il suo nome ai 27 stati membri. Il signor Di Maio dovrebbe quindi ottenere il consenso dei due terzi dei paesi per assumere questo incarico. ‘Per il momento, assicuriamo il capo del Servizio europeo per l’azione esterna (Seae), non è stata presa alcuna decisione. E qualsiasi voce è pura speculazione’”.

Continuano i due reporter: “Se Di Maio dovesse essere nominato, non è ancora certo che riceverà il voto del suo Paese. I rappresentanti di due partiti della coalizione di destra al governo, la Lega e Forza Italia, hanno già manifestato la loro ostilità alla sua nomina. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani (Forza Italia) ha precisato che il nome del suo predecessore non era stato proposto dall’attuale governo formatosi il 22 ottobre, ma da quello precedente, guidato da Mario Draghi, ex governatore della BCE e tuttora molto influente a Bruxelles”.

Ancora. “Senza una laurea, entrato in politica a 26 anni, quando fu eletto nel 2013, il giovane leader napoletano è stato regolarmente oggetto di processi per incompetenza. Nel 2019, vicepresidente del Consiglio, era stato anche al centro della più grave crisi diplomatica tra Parigi e Roma del dopoguerra, andando a sostenere i ‘gilet gialli’ a Montargis (Loiret)”. “Diventato ministro degli Esteri per Draghi nel 2021, ha subìto una spettacolare trasformazione politica, moltiplicando le prove di fedeltà a un amministratore delegato che rappresenta la quintessenza di un’istituzione che la sua famiglia politica aveva promesso di estromettere dal potere. Di Maio è arrivato a provocare una spaccatura nel suo partito schierandosi, con 60 deputati, dietro al presidente del consiglio per sostenere la politica di appoggio militare a Kiev, screditata dalla maggioranza dei parlamentari M5S”.

Perfino il più autorevole quotidiano francese, ‘Le Monde’, ha dedicato alcune righe al ‘caso Di Maio’. Che sta “sollevando una serie di dubbi a Bruxelles”, viene scritto.

E riporta, in forma anonima, il parere espresso da un importante diplomatico, il quale ha fatto notare: “le sue (di Di Maio, ndr) competenze, soprattutto la sua conoscenza da debuttante dell’inglese e la sua scarsa esperienza nel Golfo, rendono curiosa questa scelta”.

E ‘le Monde’ cita anche il parere di un ex dirigente italiano del settore energetico, che minimizza: “Tanto non cambierà molto, perché gli Stati produttori continueranno a trattare con le compagnie nazionali”.

 

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