Senza rancore

Lo so, sembra un tam-tam dell’ostilità al quotidiano la Repubblica, ma è quel giornale a favorirlo senza soste. Ieri ha offerto una pagina intera a Formigli, conduttore di ‘Piazza Pulita’, uno tra i più attivi nel mettere l’uno contro l’altro ospiti pronti a scannarsi (sembra che le risse giovino all’audience). Il suo salotto televisivo ha ospitato monologhi criminali di NO VAX e appena subentrato il tormentone Ucraina, personaggi filo russi. Di rilievo un’intervista fiume con Santoro, anni addietro suo ex capo di una rubrica di Rai3, che ha lasciato incontestata una filippica anti americana e in quasi assolutoria della Russia. Diventa dunque un quartetto il team di intellettual-russofoni, con Cacciari, Feccero, Orsini, Santoro.  Tocca il clou dell’intervista la sortita di Formigli, che a difesa delle ospitate contestate si è detto lieto di ospitare Putin.

Scommettiamo? Qual è la parola che appare con maggiore frequenza nei titoli del quotidiano la Repubblica? Indovinato, è “Stellantis”. Seconda sfida: cos’è Stellantis? È la multinazionale dell’auto di cui è partner di spicco la Fiat. Terzo quiz: di quale gruppo editoriale è capofila la Repubblica? Di Gedi. Quarto rebus: qual è la proprietà di Gedi? La Fiat.  È

finalmente evidente il perché del sodalizio tra l’ex quotidiano di De Benedetti e il marchio di fabbrica Stellantis. Meno esplicito, ma chiaro a chi sa analizzare i contenuti dei giornali è il centro-nordismo della testata in questione, specialmente plateale per la discriminazione delle pagine riservate allo sport, al calcio. Spazio, titoloni, maxi foto, editoriali, richiami in prima pagina, raccontano con dovizia di firme autorevoli le imprese della Juventus-Fiat, delle due milanesi, della Roma. Dalla capitale in giù è buio pesto, fatta eccezione per le pagine delle redazioni distaccate. In attesa che all’elenco delle preferite si unisca il Monza del folcloristica coppia Berlusconi-Galiani, il quasi miracolo della Salernitana, che un imprenditore campano ha trasformato in un lampo da cenerentola della Serie A, a un passo dalla retrocessione, in squadra vicinissima alla salvezza, in grado di confrontarsi alla pari con le big del campionato, finisce in uno striminzito riquadratino, in basso pagina, per segnalare la fondamentale vittoria  di ieri sul Venezia.

Omissis bis. Che piaccia o no da Roma in su, il Napoli è la terza forza del campionato a far parlare di calcio italico. Ma non alle pagine nazionali della redazione sportiva di Repubblica che ignora le oscure vicende del futuro: Insigne emigra in Canada, Osimhen è quasi preda della premier League e dalla Spagna piovono allettanti inviti a De Laurentiis-Giuntoli-Spalletti per accogliere a suon di milioni Koulibaly, miglior centrale d’Europa. In sospeso c’è il rinnovo del contratto di Mertens, la struggente nostalgia di Fabian per la terra natia, l’esodo quasi certo di Zielinski, Ghoulam, il possibile addio di Lozano, Petagna, Ounas, Demme. Su tutto questo incombe la commovente confessione di De Laurentiis “Se avessi gestito il club con il cuore, saremmo falliti” che accresce a dismisura le tensioni con i tifosi. E allora: anche solo il 50% di questa mole di problemi, avrebbe meritato l’attenzione e l’impegno redazionale del giornale confindustriale diretto da Molinari, che invece confina le vicende indicate nelle pagine napoletane.

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