Tanto rumore per nulla. Altro che rumore!

Da giustizialismo e garantismo, come altre voci della lingua italiana con il finale ‘ismo’ (razzismo, fascismo…) non discende nulla di buono, essendo categorie di valutazione di fatti e misfatti ‘pro domo sua’, ovvero utilizzati da intenzioni opposte di chi ‘chiede la testa’ di nemici in politica e non solo e di chi chiede di mandare assolti i reati. Nel mondo del calcio, che prima o poi il giornalismo d’inchiesta (ecco un ‘ismo’ in positivo) proverà a indagare come fa per altri spazi dell’illecito, è cosa già comprovata l’omertà universale che tutela le ‘storture’ dei grandi club, sottratte con generosa immunità al giudizio del sistema giudiziario per evidente subordinazione. Non è da meno la giustizia sportiva: tutti capiscono che sarebbe fin troppo semplice stroncare il turpe fenomeno del razzismo negli stadi, intollerabile per un Paese democratico, rispettoso dell’accoglienza, della tolleranza, della parità: al primo ripetersi di insulti, oscene ingiurie a giocatori ‘neri’, basterebbe infliggere l’esemplare provvedimento di dieci o più giornate di gare casalinghe da disputare a porte chiuse, senza pubblico, ma chi oserà mai proporre e attuare questa punizione? Come impedire che alcuni arbitri, con comprovata, virale ‘benevolenza’, favoriscano i top club con decisioni platealmente a loro favore? Basterebbe punirli con una corposa sospensione, che li priverebbe a lungo di credibilità e delle laute prebende professionali. Quisquilie, se messe a confronto con episodi molto somiglianti alla lunga sequenza di non procedere, assoluzioni, archiviazioni per decorrenza dei termini non concluse con la condanna e la conseguente detenzione di politici. D’acchito, perplessità, poi indignazione e rabbia per la conclusione dell’istruttoria sulle magagne di bilancio della potenza societaria di Juve, Napoli e di club minori indagati per ‘reati di plusvalenza’, per accertare se i valori assegnati ai giocatori oggetto degli scambi sono stati ‘fraudolentemente maggiorati’.  42 le operazioni di mercato della Juventus sotto inchiesta. Indagati Agnelli, Nedved, l’ex direttore Paratici, giro di affari di oltre trecento milioni e accordi fuori verifica sanciti con scritture private (caso Ronaldo). Gli inquirenti: “La Juventus è una machina ingolfata che ha fatto ricorso a una gestione malsana delle plusvalenze” e i vertici della società ne erano a conoscenza: un autentico strumento salva bilanci.

Di qui la decisione della procura della Repubblica di Torino di agire a carico dei dirigenti della Juventus. Di che si tratta: il giocatore ‘X’, acquistato per 10 euro viene poi rivenduto a 1000 euro. In bilancio figura un guadagno (appunto la “plusvalenza”) di 990 euro. Ma se non li vale e si deve nascondere che il bilancio è in perdita? Ci si accorda nel trovare un’altra squadra con la stessa necessità di far figurare un guadagno e ha un giocatore che vale 10 euro. I due calciatori sono scambiati alla pari e si concorda che il loro valore di ognuno è di 1000 euro. Ciascuna delle due squadre porterà in attivo un guadagno di 990 euro. Il bilancio delle due società di calcio ne riceve un evidente, fittizio, miglioramento. Non è la prima volta che la Juventus è coinvolta in vicende che interessano la giustizia penale. Nell’aprile di quest’anno si è chiusa l’istruttoria della procura della Repubblica di Perugia sul caso dell’esame farsa del calciatore uruguaiano Suarez. Nel 2017 è sorto il problema dell’esistenza di rapporti tra alcuni dirigenti ed esponenti del tifo organizzato legati alla ‘ndrangheta. spesso avversari e commentatori sportivi hanno lamentato inammissibili distorsioni arbitrali a favore dei bianconeri. Non sarà l’ultima volta che la potente Juventus-Fiat se la cava. Plusvalenze, tutti assolti: Juventus, Sampdoria, Napoli, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Chievo, Novara e Pescara), alcuni dirigenti e amministratori. Nel processo la Procura della Figc aveva chiesto 458 mesi di inibizione per 59 imputati. Tutti prosciolti dal Tribunale federale nazionale. Ecco un titolo, fra tanti simili a un sospiro di sollievo della stampa solidale con i potenti club del calcio. È del Mattino in apertura: “Tanto rumore per nulla”

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