28 milioni per una gita nel cosmo

Se in piena estate vi avvicinaste cautamente al porto turistico di Capri, di Punta Ala, di Porto Banus (Marbella) con la vostra barchetta in plastica, rigorosamente ecologica, cioè a remi, la dea fortuna potrebbe proporvi la vista di History Supreme, alias Baia 100 Supreme, lo yacht più ‘in’, più costoso, più confortevole del mondo. Costo della ‘barca’ in questione: 4,800 miliardi di dollari. A solcare le corsie dei Vip del mare con questo ‘battello’ tutto oro, platino, frammenti di meteoriti e ‘ossa di dinosauro’ si dice sia un businessman malese, ma non se ne sa di più. Chissà se il padrone del ‘Supreme’ paga le tasse e quante… Non è l’unico vizietto dei re Mida del terzo millennio. Sono ossessionati dal bello di un ‘giretto’ nello spazio in tuta da astronauta, a bordo di navicelle. Tale Yusaka Maezawa, re giapponese della moda on line, può osservare la terra dall’oblò della stazione orbitale spedita dal cosmodromo russo di Baikonur, in Kazakisten. Mister Maezawa (“Sono felice come un bambino!”) indossa oltre alla speciale tuta anche i panni del cronista, narratore del volo per You Tube, da ‘vacanziere spaziale’.  Nel cosmo, con vettori diversi, anche i miliardari americani Elon Musk e Jeff Besos, il britannico Richard Branson.  Elon Musk (SpaceX, appaltatrice della Nasa, Tesla, Solarcity, ecc.) è l’uomo più ricco del mondo con 300 miliardi di dollari. Jeff Besos, (Amazon, Blue Origin, Washington Post) segue a ruota Musk con un patrimonio di circa 200 miliardi di dollari. L’inglese Branson è il fondatore di Virgin Group (400 società), patrimonio di circa 5 miliardi di dollari e primo turista spaziale ad andare in orbita con una navicella della sua azienda, lo ‘spazioplano’. Ci andrà con l’equipaggio della sua compagnia Blue Origin. Bezos viaggerà nello spazio con il fratello Mark e, lasciata ad altri la gestione di Amazon, a suo dire si dedicherà a iniziative filantropiche. Musk è convinto che il futuro dell’umanità sia fuori della Terra, pena l’estinzione di massa e sogna di fondare una città su Marte. L’obiettivo di Branson è di offrire viaggi spaziali commerciali per “trasporti ad alta velocità in hotel di altri pianeti”. La corsa alle avventure suborbitali dei miliardari non convince: incremento del turismo spaziale e lancio di nuovi satelliti sono gli obiettivi di aziende come Blue Origin, Virgin Galactic e SpaceX. Nonostante le promesse allettanti di esplorare qualcosa che da millenni affascina il genere umano, i risultati dei tre nababbi non sembra appassionino più di tanto l’umanità. Come idea pubblicitaria di Bezos non è niente male: con lui, in giro nel cosmo volerà anche Wally Funk, la “nonna astronauta” di 82 anni. Diventerà l’essere umano più anziano ad aver viaggiato nello spazio. Wally Funk è una leggenda dell’aviazione. Al suo attivo aver istruito 3.000 nuovi piloti.  Con Bezos decollerà (volo di una decina di minuti) l’ignoto che si è aggiudicato all’asta l’unico biglietto viaggiatori (su 7.600 venduti) con la ‘povera’ cifra di 28 milioni di dollari! Non sono mancate le polemiche alle intenzioni spaziali dei più ricchi della Terra. Molto critica la riflessione del senatore americano Sanders sulla disuguaglianza dei redditi e dei patrimoni con le povertà. A suo avviso i viaggi nello spazio sono la rappresentazione plastica delle differenti condizioni di vita della popolazione ‘normale’ e della casta dei miliardari: “Sulla Terra, nel Paese più ricco del pianeta (gli Stati Uniti, ndr), metà della nostra popolazione vive stipendio dopo stipendio, le persone devono lottare per comprare da mangiare e riuscire a vedere un medico. È il momento di tassare i miliardari”. Ecco un’idea assolutamente da condividere e non meno l’iniziativa di Google, che destina 20 milioni di euro all’economia sociale europea a favore dello stress da lavoro e delle difficoltà di affermazione imprenditoriale, problemi che affrontano i lavoratori impegnati nel sociale.

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