Più di Garibaldi

Non la messe copiosa di docufilm, nessuno esente da sprazzi di populismo folcloristico, di omologazione di un intera città capolavoro con il fanatismo calcistico di una sua quota minoritaria, priva di adeguati riferimenti culturali;  non le rituali incursioni di avidi cacciatori di prede nella storia  del calciatore che ha diviso con Pelè la fama di ‘geniale artista’ del pallone; certamente non la moltiplicazione di omaggi sacrificali al dios argentino,  che adornano i vicoli di Napoli con altarini, murales, offerte di poster, magliette, ‘santini’ esposti nei banchi allestiti dall’intraprendenza di improvvisati ambulanti e tantomeno la rincorsa al consenso popolare direttamente proporzionale all’operosità di autentici adoratori del ‘pibe de oro’, che inventano prove tangibili della loro maradonite, di esponenti delle istituzioni pronti a catturare consensi accodandosi allo zoccolo duro di chi affianca il mito calcistico della Napoli in tricolore alla generosa benevolenza di San Gennaro. Niente del genere, autentico, normale, da condividere, è forse il racconto commosso del figlio, la lunga intervista che ha intrecciato ricordi felici e sofferto rammarico per non aver vissuto compiutamente il rapporto con il padre. Un anno fa moriva Maradona e la data non poteva scivolare via come un qualunque anniversario, tantomeno alla titolare dell’assessorato allo sport del Comune di Napoli che confessa la personale felicità per il doppio omaggio scultoreo all’idolo dei tifosi napoletani; una statua all’esterno dello stadio, una all’interno e in prospettiva lavoro alacre per ospitare il museo con tutti i suoi cimeli. La felicità dell’assessora per l’installazione si connette al tempo del massimo fulgore del campione argentino. Intrigante la provocazione del Tgr regionale. Ai piedi della statua equestre di Garibaldi che si erge maestosa nella piazza omonima chiese ai passanti, assembrati in un folto capannello, se fossero d’accordo con la proposta del Comune (inventata lì per lì) di spostare altrove Garibaldi per far posto Maradona. Incredibile, ma vero, la risposta fu un plebiscito di sì.

Oggi, tra i presenti alla cerimonia per ricordare il fantastico calciatore, il sindaco Manfredi e tre assessori. “Napoli diventa capitale del regno Maradona!” suggerisce il cronista di la Repubblica e anticipa il  palinsesto della giornata in onore del ‘Diez’ (fiori, preghiere, targa celebrativa spedita da Buenos Aires, collegamento Tv dall’Argentina, in città una delegazione di 150 tifosi del ‘Boca Juniors’ per un devoto pellegrinaggio (dicono: “Qui Diego ha fatto la storia”), serata televisiva su Canale 21, omaggio musicale al Trianon diretto da Marisa Laurito e (non poteva mancare), un convegno promosso dall’Università Vanvitelli. Le news non annunciano la presenza di Paolo Sorrentino, regista del film su Diego applaudito al festival di Venezia. Altri e più urgenti impegni? Non partecipano (hanno ben altro a cui pensare) gli oltre trecento lavoratori licenziati dalla Whirpool e neppure una loro rappresentanza. Assenza più che giustificata.

Presente nel quotidiano della Fiat (Repubblica) oggi un’intera pagina sulla scomparsa di Doris, banchiere amico e socio di Berlusconi (che non è solo uomo della Tv commerciale e immobiliarista), Doris abile e rassicurante divulgatore del messaggio promozionale che lo mostrava intento a tracciare un cerchio attorno a sé con lo slogan “Ho voluto una banca costruita intorno a te”, messaggio incoerente perché nel simbolo della banca Mediolanum c’era lui, il banchiere. L’amico Silvio: “Ci ha lasciato un grande uomo, un gande imprenditore, un grande patriota (?), un grande italiano (assolutamente vero, è nato a Tombolo, nel padovano, più italiano di così…).

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