GESTIONE PANDEMIA / L’AUSTRALIA BOCCIA L’ITALIA

Secondo un prestigioso centro di ricerche australiano, il ‘Lowy Institute’, l’Italia è in coda ai paesi europei per la sua malagestione della pandemia da Covid-19, avendo cumulato errori su errori, omissioni su omissioni. Insomma, un vero disastro secondo gli esperti del think tank di Sydney.

Vediamo i dettagli.

Da alcuni mesi il ‘Lowy Institute’ è impegnato a monitorare la situazione relativa alla pandemia, su scala internazionale. Gli australiani, del resto, anche per via dalla scarsa densità della loro popolazione, sono stati tra i primi ad uscire a testa alta dall’emergenza coronavirus.

Dagli studi e dai grafici elaborati, emerge che “Asia, Pacifico, Africa e Medio Oriente inaspettatamente sono apparse in cima rispetto ad Europa ed America per la gestione dell’emergenza”.

“La situazione potrebbe capovolgersi adesso, ma soltanto per via della campagna vaccinale. In Europa e negli altri Paesi sviluppati la somministrazione dei vaccini procede spedita, mentre quelli in via di sviluppo hanno difficoltà a reperire le dosi, con gravi conseguenze”.

I ricercatori dell’istituto australiano hanno stilato un preciso ranking tra le varie nazioni, sulla base di una serie di parametri.

La classifica vede in testa, con 93 punti su 100, Nuova Zelanda e Buthan. La prima viene presa a modello per aver chiuso subito le frontiere conseguendo tassi di contagio molto bassi, mentre lo staterello che affianca il Nepal è di recente salito agli onori delle cronache per il record di vaccini somministrati, con il 60 per cento della popolazione immunizzata in appena 16 giorni.

Nella top ten figurano solo tre paesi UE: Cipro al quinto posto, Lettonia al settimo ed Estonia al decimo.

Gli australiani occupano la nona posizione.

Ma veniamo alle dolenti note di casa nostra.

L’Italia racimola uno scadente ranking pari a 37,5 e occupa la sessantottesima piazza, dopo la Bulgaria e prima del Pakistan.

L’unica consolazione è che il nostro paese si piazza comunque prima di svariate nazioni UE, come Francia, Belgio, Paesi Bassi e Polonia.

Complessivamente l’immagine uscita fuori, tanto dell’Italia quanto dell’Europa, è decisamente negativa. E non è solo una questione di numeri e ranking. L’istituto australiano, infatti, ha fotografato il livello di gestione della pandemia.

Il presunto ‘modello italiano’ – emerge dal rapporto – altro non è che “una lunga sequela di errori in ogni campo”.

Il nostro Paese è arrivato in ritardo su tutto: sul “numero dei tamponi giornalieri, accresciuto soltanto a seconda ondata già arrivata”; sul “livello del sequenziamento del virus”; sui “tragici dati della mortalità”.

Insomma, bocciati su tutta le linea. E ben poco da stare allegri.

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