GIGGINO DI MAIO / TU VUO’ FA’ L’AMERIKANO

Ormai siamo alle comiche.

Il ministro degli Esteri, Giggino Di Maio, fino a pochi anni fa steward allo stadio San Paolo (oggi Maradona) di Napoli, firma a quattro mani con il neo Segretario di Stato Usa Anthony Blinken un editoriale per ‘Repubblica’.

Le nostre due nazioni non sono mai state così unite come adesso, concordano i due statisti. Mai intesa & feeling furono così intensi.

Siamo genuflessi davanti ai nuovi inquilini della Casa Bianca.

Appena reduce, il prode nocchiero del Viminale, da un atto che più eroico non si può: la cacciata, con ignominia, dei due diplomatici russi che avevano prezzolato lo spione pronto a vendere il futuro della sua Patria per 5 mila euro.

Va ammesso: grande la Russia di Vladimir Putin, per riuscire a comprare i segreti militari e strategici più nascosti di una nazione a prezzi di saldo. Un colpo da maestri: a solo 5 mila euro tutti i misteri della nostra Difesa, e perfino della Nato! Un Bingo perfetto.

Tutte balle le storie di spie pagate a peso d’oro, corrotte per milioni e milioni di euro: basta trovare un militare che non riesce a pagare il mutuo e voilà, il gioco è fatto.

Anthony Blinken. Sopra, Luigi Di Maio

Quella Russia che, d’altro canto, non riesce neanche a sbarazzarsi di un ‘nemico’ politico come Alexey Navalny, non gli sa somministrare nemmeno la quantità giusta di arsenico, lo stordisce appena, gli permette una tranquilla convalescenza in Germania, lo fa tornare in patria, un po’ di galera tanto per farne un martire, e soprattutto per fornire un ottimo motivo a Joe Biden & C. di inasprire le sanzioni e intimare lo stop ai lavori per il gasdotto Nord Stream tanto indigesto agli americani.

Non potevano essere più zeppi di autogol, gli ultimi due mesi, sia per russi che per americani.

Giorni fa il blitz virtuale di Biden durante la riunione del Consiglio UE, per dettare le sue regole e la sua agenda ai genuflessi europei. Guai a protestare per i ritardi di Pfizer nella consegna dei vaccini: i primi della lista siamo noi, voi europei fottetevi, pagate, non protestate, verrete serviti per ultimi.

Se ne fotte, Biden, di levar le tende dall’Afghanistan a partire dal primo maggio, rispettando l’accordo siglato non dall’usciere della Casa Bianca ma da Donald Trump in persona, l’ex presidente non della bocciofila ma degli Usa.

Se ne fotte, Biden, del massacro continuo in Siria, dei 10 anni che hanno distrutto quel popolo.

Se ne fotte, Biden, di un altro genocidio, quello degli yemeniti, perpetrato in combutta con l’Arabia Saudita.

Fa solo finta di incazzarsi, Biden, per il Kashoggi ammazzato dai sauditi.

L’America è tornata, sì, per calpestare i diritti in mezzo mondo,

per nutrirsi di sangue, massacri e devastazioni quotidiane.

Ma l’Italia è l’amica fedele, oggi più che mai. Come ha confermato un pigolante David Sassoli rincorso giorni fa dai microfoni di mamma Rai: la luce finalmente si è riaccesa con l’avvento di Joe Biden il Grande.

Da 113.

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