LIBERTA’ SOSPESA / ECCO IL “TSO” PER CHI PROTESTA

Per fortuna la legge Basaglia quarant’anni e passa fa abolì i manicomi.

Altrimenti adesso sarebbero popolati da cittadini che osano protestare contro le leggi liberticide del governo in tema di Covid.

Emblematica la drammatica storia di Dario Musso, un ragazzo di Ravenusa, un piccolo comune in provincia di Agrigento. Mesi fa si era azzardato a girare su un’auto, nel suo paesino, munito di un megafono, per protestare contro le restrizioni decise dalle autorità: voleva semplicemente parlare ai suoi concittadini e illustrare le suoi idee e anche quelle di alcuni esperti non irregimentati.

Apriti cielo. Un nugolo di agenti lo circonda, lo blocca, lo piazza faccia a terra. Arrivano dei camici bianchi che lo immobilizzano e gli iniettano un forte sedativo. Sparisce per quattro giorni, i familiari sono allarmati. Fino a quando il fratello di Dario, Massimiliano Musso, per fortuna avvocato, riesce a rintracciarlo e a parlargli per telefono. Viene a sapere che Dario è stato sottoposto a TSO, ossia il trattamento sanitario obbligatorio che si usa solo in casi di particolare, estrema, motivata emergenza.

Dario Musso

Ecco cosa dichiara Massimiliano: “A distanza di otto mesi ci arriva una richiesta di incidente probatorio, per una qualche reato che Dario avrebbe commesso molti mesi prima. Qualcosa di simile. Lo accusano di aver vilipeso le forze dell’ordine e di aver rivolto espressioni sconvenienti”.

La cosa assurda – sottolinea il fratello avvocato – non è tanto il capo di accusa, ma il passaggio successivo che fonda la richiesta di incidente probatorio. Il pm infatti chiede una perizia psichiatrica.

Continua il legale: “E’ un atto totalmente abnorme al quale noi dobbiamo resistere con grande fermezza perché dopo otto mesi non si capisce il motivo di questa richiesta, né l’attualità. Sembra più il tentativo di dare la patente di pazzo a Dario per coprire poi tutto quanto sta emergendo negli altri procedimenti. Infatti sta venendo fuori che la dottoressa che aveva proposto il TSO per Dario non ha preso l’iniziativa spontaneamente, ma fu contattata direttamente dal sindaco di Ravanusa. La dottoressa inizialmente si era rifiutata perché non era in servizio, ma il sindaco continuò ad insistere. E poi è emerso che nessun dottore ha mai visitato Dario, che quindi ha subito un TSO totalmente illegale, immotivato. Solleciteremo quindi un’ispezione ministeriale”.

Un avvertimento per tutti?

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