Fiocco rosso (o rosa) per il neonato di De Benedetti

L’oggi del ‘Domani’, scusate l’azzardato accostamento dei due termini, merita comunque un ‘osanna’. Perché s’immette nel panorama editoriale italiano avvelenato dalla consistenza, quasi senza contro parte, di quotidiani e periodici portavoce della destra, di una presenza antidemocratica della comunicazione aggravata dalla faziosità dei Tg Rai di cui si è appropriato il verde del governo gialloverde, confermata per inerzia della maggioranza giallorossa  Conte bis, anche dopo la cavolata di Salvini del Papeete,  e ampiamente completata dalla disinformazione dei canali Mediaset, sfacciatamente destrofili.
Perciò osanna al risveglio del 15 settembre con la copia del numero uno di ‘Domani’ da scandagliare con la Tac di un’ultra decennale esperienza professionale. Subito qualche numero: il nuovo giornale diretto da Stefano Feltri, ex del ‘Fatto Quotidiano’, si propone con sole venti pagine, in formato tabloid, caratteri atipici in prima pagina (scelta interessante) e il prezzo al ribasso di 1 euro, ma ribasso si fa per dire. Il confronto con un giornale ‘normale’ qual è il Corriere della Sera, racconta che, è vero, il quotidiano di via Solferino costa 1 euro e 50, ma si offre con 56 pagine, in alcune grandi città con l’inserto di cronaca locale, una corposa sezione per lo sport e in pratica ogni giorno con supplementi gratuiti.
La nuova creatura di De Benedetti, nasce anche grazie all’incasso per la vendita di ‘la Repubblica e consente all’ex inventore dell’Olivetti di continuare a gingillarsi con l’informazione, dopo la svolta confindustriale del quotidiano fondato da Scalfari e tristemente finito alla corte di Agnelli, cioè al gruppo italo-americano FCA (Fiat Chrysler Automobiles) con sede legale nei Paesi Bassi e il domicilio fiscale nel Regno Unito.
L’editoriale di Feltri, come vuole il rito dell’esordio, è ambizioso. Promette di navigare nel mare del futuro, assume la priorità delle diseguaglianze, la difesa della ‘democrazia liberale’ (?) che s’intreccia con il libero mercato(!) e riserva spazio e idee all’ambiente. Si può assolvere l’epilogo dell’editoriale dedicato ai meriti dell’’indipendente’ De Benedetti, ma si potrebbe anche definirlo ‘accattivante’ per ‘grazia ricevuta’.
In colpevole sintesi, perché la nascita di un nuovo giornale meriterebbe ben altro approfondimento: taglio e linea editoriale del ‘Domani’ hanno l’evidente, ma anche riduttiva velleità di collocarsi nell’area inedita, dichiarata, di secondo giornale. Fosse davvero programmato così il suo futuro nell’universo in crisi della carta stampata, sembrerebbe destinato all’acquisto on line dell’abbonamento telematico.
Dimenticavo l’apprezzamento per la grafica del giornale, sobria, elegante, raffinata e per la conferma, che una fotografia spesso è di gran lunga più efficace di mille parole (di qui la grande dimensione adottata dalla grafica del ‘Domani’). Nelle venti pagine anche due paginoni di pubblicità, che per definizione sono potenziali ostacoli alla piena libertà dell’informazione. Per capirci: un quotidiano impegnerebbe le professionalità dei suoi giornalisti d’inchiesta per realizzare un reportage sul cambiamento climatico di cui è responsabile l’abuso di petrolio, se un inserzionista seriale del giornale fosse un mega produttore arabo di ‘oro nero’? Forse l’accenno di Feltri al libero mercato è un alibi preventivo per deroghe future all’indipendenza? Ai posteri…e per ora auguri.

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