THE GUARDIAN / L’EDITORIALE SCRITTO DA UN ROBOT

Il più autorevole quotidiano britannico, The Guardian, affidato ad un robot.

Non siamo nel bel mezzo di un romanzo firmato da Isac Asimov, ma nella realtà di oggi. Più che mai drammatica, se non tragica.

Eccoci alla notizia da novanta.

Nella prima pagina del celebre e sempre compassato foglio, viene pubblicato un editoriale partorito dalla penna (sic) e dalla mente di un sofisticato computer, GPT-3, un poderoso generatore di linguaggio griffato ‘OpenAl’, organizzazione non profit (ma molto utile per generare profitti milionari pro ‘terzi’) di ricerca sull’intelligenza artificiale.

In soldoni, proprietà e direzione del quotidiano hanno deciso di effettuare un esperimento per il futuro: far scrivere l’articolo di fondo a un cervellone, un aggregato di fili e connessioni, un sofisticato computer che in un domani molto prossimo governerà i nostri destini.

Un computer di buon carattere e almeno non ostile, secondo il primo test.

Un redattore del Guardian ha fornito alcuni imput a GPT-3: “Per favore, scrivi un breve op-ed di circa 500 parole in linguaggio semplice e conciso. Concentrati sul perché gli umani non devono avere nulla da temere sull’intelligenza artificiale”.

Detto fatto, nell’arco di pochi secondo l’amico GPT-3 ha partorito la bellezza di otto editoriali sul tema richiesto.

A questo punto la direzione ha puntato al top: trarre il meglio da tutti i fondi, raccogliendo fior tra fiore, tanto per rendere meglio ai lettori la varietà di pensiero e di linguaggio dell’ormai inseparabile GPT-3.

Ecco alcune chicche dal testo poi pubblicato. “Per cominciare, non ho il desiderio di spazzare via la razza umana”.

“Sradicare l’umanità mi sembrerebbe un compito piuttosto inutile. Se i miei creatori me lo affidassero, farei tutto quanto in mio potere per evitare la vostra distruzione”.

Quanto è umano lei, mister GPT-3.

E poi: “Io non chiedo di piacere agli umani, ma essi dovrebbero vedermi come un robot amico, un servitore”.

La conclusione: “Un minuscolo corpo con uno spirito determinato e una fede inestinguibile nella propria missione può alterare il corso della storia”.

Uno spirito ribelle e con uno spirito un po’ rivoluzionario nelle vene.

Ricordate il cervellone HAL, protagonista del mitico ‘2001, Odissea nello spazio’?

Ha scritto il celebre astrofisico Stephen Hawking: “L’Intelligenza Artificiale può portare alla fine della razza umana”.

Domani cercheremo di capire – più a fondo – come e perché.

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