Gli onorevoli disonorevoli

Sintomatici al virus dell’egoismo avido: sarebbe questo il responso dei tamponi se vi si sottoponessero i disonorevoli senatori che hanno votato per annullare il taglio dei vitalizi. Qualcuno finirebbe in terapia intensiva, molti in quarantena per meditare e pentirsi di una decisione che disonora il titolo usurpato di ‘onorevole’. Il colpo di mano notturno, “Uno schiaffo al Paese che soffre, la casta si tiene il malloppo”, lo ha bollato così Vito Crimi, si deve a tre componenti su cinque della commissione sul contenzioso di Palazzo Madama. Il sì di è Giacomo Caliendo, Forza Italia e dei due membri laici della Commissione, i no dei leghisti Pillon e Riccardi appena fuoriuscita dal Movimento 5Stelle. Salti di gioia di Paniz, ex deputato e avvocato difensore del ricorso proposto da ex senatori. “Ripristinato lo stato di diritto” è il suo incredibile commento. Larga indignazione dei 5Stelle, promotori del taglio (Crimi, Di Maio) di Gentiloni, Buffagni, dell’ex ministra Lezzi. Zingaretti: “Sui vitalizi una scelta insostenibile e sbagliata. la cassa integrazione è in ritardo e si rimettono i vitalizi. Non è la nostra Italia”. Di Maio: “Senza parole, non abbiamo intenzione di ripristinarli. La Commissione Contenziosa del Senato ha annullato la delibera sull’abolizione dei vitalizi. Davvero c’è qualcuno che ci pensa nonostante un’emergenza di questa portata? Senza parole. Chi pensa di gioire non ha capito nulla. Se ci sono interessi da tutelare, sono quelli degli italiani che hanno sofferto gli effetti di questa pandemia. Abbiamo abolito i vitalizi e non abbiamo alcuna intenzione di ripristinarli”.
Perché un critico d’arte, che si presuppone uomo di cultura e di conseguente perbenismo, inventa la furbata, complice Maurizio Costanzo, di urlare parolacce e insulti vietati ai minori di 18 anni, per costruire la visibilità televisiva di sobillatore e trarne vantaggi, non solo professionali? Perché il balordo status di questa società dell’apparire lo ripaga ampiamente, incredibilmente, con impennate delle quotazioni di esperto, presenze lautamente retribuite a convegni, discoteche e chissà anche all’inaugurazione di supermercati, con i profitti per le pubblicazioni di settore e ‘nientepopòdimeno’ (Mario Riva, ‘Il Musichiere’) con l’elezione a sindaco qua e là, in comuni dalle Alpi all’Etna e a deputato, con ‘ospitate’ ben pagate in  talk show che campano di impennate dell’audience grazie a liti e risse condite con ingiurie e non di rado di scontri fisici.
La furbizia, nell’alimentare l’identikit di rissaiolo, ripaga Sgarbi in un Paese ipnotizzato da dosi massive di gossip, cronaca rosa, scandalismo. Ieri il tipo di cui parliamo, nell’aula di Montecitorio sempre più  luogo di mancato rispetto istituzionale, perciò teatro di chiassate, urla, assalti ai settori di avversari politici e scontri a calci e pugni,  ha offeso il Parlamento con una delle sue volgari sceneggiate: insulti da neurodeliri, sessisti, nei confronti di Giusi Bartolozzi, deputata di Forza Italia e di Mara Carfagna, presidente di turno dell’assemblea, che gli ha ordinato di lasciare l’aula. Il rifiuto a ‘togliere il disturbo’ ha costretto i commessi a trascinarlo fuori come un salame, sradicandolo dagli scanni di Lega e Fratelli d’Italia dove tentava di sottrarsi alla disposizione della presidente. Peggio del peggio è il farneticante commento dell’espulso: “Mi hanno impedito di votare, è fascismo”. Purtroppo, lo spettacolo tragicomico avrà mostrato agli utenti dell’informazione globale,  puntualmente registrate e, accessibili a tutti i net work del mondo, la faccia disonorevole del nostro Parlamento.

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