FARMACI / IL MINISTRO SPERANZA SE NE FOTTE DI CONTENERNE IL PREZZO

Il governo se ne frega di contenere i prezzi dei farmaci, schierandosi – nei fatti – al fianco delle ricche aziende del settore, il cui volume di affari cresce in modo esponenziale, anche in tempi di coronavirus.

Giace ormai da mesi e mesi nei cassetti ministeriali, infatti, un provvedimento approvato circa un anno e mezzo fa, quando titolare del dicastero era Giulia Grillo, teso a porre un freno alla corsa dei prezzi per i farmaci, del tutto sganciati da eventuali aumenti di spesa per ricerca e sviluppo.

Un provvedimento logico, il minimo sindacale per un paese in cui la salute sia un diritto di tutti e non un privilegio di pochi. Invece niente: quella proposta di legge è finita ad ammuffire nei cassetti, per la gioia di Big Pharma.

In sostanza, l’idea era quella di chiedere alle aziende farmaceutiche di fornire all’Associazione Italiana per il Farmaco (AIFA) un fisiologico aggiornamento delle “spese”, nel momento in cui un prodotto viene immesso sul mercato. Per monitorarne, quindi, il prezzo, soprattutto paragonandolo a quello di prodotti simili distribuiti negli altri paesi europei. Un minimo di trasparenza, quindi, nei rapporti tra aziende, Aifa e governo.

Invece niente. Il provvedimento dorme, e pur pronto non è mai stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale: quindi equivale a carta straccia.

Cosa fa, il ministro della Salute Roberto Speranza, dorme?

Eppure, è stato sollecitato anche da Medici Senza Frontiere, che ha chiesto espressamente al governo di far ricorso alle “licenze obbligatorie”.

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