FARMACI / ITALIA QUARTA AL MONDO PER I PREZZI PIU’ ALTI

Farmaci per straricchi in Italia. Il nostro Paese, infatti, si colloca al quarto posto al mondo nella classifica stilata dal Medicine Price Index 2019 che mappa le differenze nei costi dei medicinali in tutto il globo.

Il primato per i prezzi più cari spetta agli Stati Uniti, dove le medicine costano il 306 per cento in più rispetto al prezzo medio in altri 50 paesi; a seguire Germania (+ 125 per cento), Emirati Arabi Uniti (+ 122 per cento) e Italia, dove il costo è del 90 per cento più alto. Dopo di noi, in classifica, Danimarca, Qatar, Spagna, Olanda, Israele e Islanda.

La classifica è realizzata “Medbelle”, fornitore di servizi sanitari digitali britannico, che ha confrontato il prezzo di 13 farmaci riferiti ad altrettante patologie. Il risultato finale è un indice comparativo tra 50 Paesi che rivela le differenze dei medicinali più utilizzati, dagli anticolesterolo agli antibiotici, dai prodotti per l’artrite e per l’asma agli immunosoppressori. Sono stati inclusi i prezzi medi sia del composto di marca sia delle versioni generiche, per ottenere un profilo completo di ciascun farmaco. Inoltre Medbelle ha uniformato il dosaggio per rendere comparabile il prezzo.

Una volta raccolti tutti questi dati, è stato calcolato il prezzo medio per ciascun composto in tutto il mondo, nonché la misura in cui il prezzo effettivo per dose in ciascun Paese si discostava dal costo globale medio.

In coda alla classifica (e quindi con i prezzi più bassi) si collocano Thailandia (- 93 per cento), Malesia (- 90 per cento) e Indonesia (- 90 per cento). Medicine meno care anche in India (- 73 per cento), Sudafrica (- 53 per cento), Russia (- 52 per cento) e Turchia (- 41 per cento).

Il farmaco con la maggior deviazione di prezzo dalla media globale è un medicinale per la pressione, Lisinopril (Zestril), che negli Usa costa addirittura il 2.682 per cento in più rispetto alla media globale! Ma anche l’insulina, l’antidiabetico-salvavita più usato al mondo, negli Stati Uniti costa cinque volte e mezzo in più.

Osserva il cofondatore e amministratore delegato di Medbelle, Daniel Kolb: “Ci sono stati diversi studi sul costo dei farmaci, ma mai su una scala così ampia e comparativa come questa. La disparità rivelata da questo studio è estrema. Ci auguriamo che questo indice possa essere utilizzato per approfondire la discussione sul gap tra i Paesi in termini di accessibilità e rapporto costo-beneficio dell’assistenza sanitaria”.

Massimo Scaccabarozzi

Replica in modo stizzito il numero uno degli industriali farmaceutici, ossia il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi. E lo fa con due pezze a colori che fanno ridere i polli, cercando di delegittimare da un lato Medbelle e la sua classifica mondiale e dall’altro tirando in ballo gli ‘sconti’ praticati nel nostro Paese e non rappresentati (ci mancherebbe altro) dagli indici di Medbelle.

Riflette Scaccabarozzi: “Conta l’autorevolezza della fonte e la completezza dei dati. I confronti tra Stati diversi, con regole differenti, sono improbi e andrebbero lasciati a chi sa farli, come l’Ocse, secondo cui, invece, la spesa pubblica totale in Italia è stabilmente inferiore del 25-30 per cento rispetto alla media dei grandi Paesi europei”.

E poi: “l’indice usato nell’analisti è il prezzo di listino, che da noi è però ben diverso dal prezzo reale, che risente degli sconti praticati in base agli accordi con l’Agenzia italiana del farmaco, della presenza nelle liste di trasparenza, delle gare e dei paybak applicati ai prodotti, come quelli del 5 per cento e dell’1,83 per cento”.

Parola di Scaccabarozzi…

Al quale starà sicuramente sullo stomaco un’iniziativa promossa da “Medici senza frontiere”, la storica associazione che vent’anni fa vinse il Nobel per la Pace per gli sforzi umanitari portati avanti in tutto il mondo. E con la somma del premio finanziò la sua campagna per l’accesso ai farmaci, con lo slogan “I farmaci non dovrebbero essere un lusso”.

Ed eccoci all’iniziativa voluta “per accendere i fari – sottolineano i promotori – sul diritto di tutti a terapie salva-vita”. Al Nobel Prize Museum di Stoccolma ha trovato spazio un’installazione realizzata dagli studenti del Beckmans College of Design della capitale svedese, e tutta composta da girocolli, fermagli e orecchini fatti di pillole e pastiglie.

Spiega Oliver Schultz, segretario generale di Medici senza frontiere in Svezia: “Abbiamo voluto trovare un modo creativo per far sapere alle persone che i prezzi elevati dei farmaci impediscono ancora a milioni di persone di avere accesso a trattamenti salvavita. Per questo motivo abbiamo chiesto agli studenti del Beckmans di rendere visivamente questa inaccessibilità”.

Il risultato – fanno sapere a Msf – “è una collezione di gioielli di lusso formata da due collane, tre paia di orecchini, un fermaglio per capelli e un anello, tutti realizzati in peltro e apparentemente composti di medicinali. Un pezzo della parure è stato indossato il 10 dicembre dalla preside dell’Università di Uppsala, Eva Akesson, durante la cerimonia di consegna dei premi Nobel del 10 dicembre.

Accessi di bile per Scaccabarozzi?

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