Chi di Pinocchio ferisce…di Pinocchio perisce

Suggeriamo a un uomo, a una donna con accertate doti spionistiche e qualità di protagonismo politico di fingersi un/una “Io con Salvini”, di giurare fedeltà alla Lega e di conquistare la fiducia dei vertici del partito. Obiettivo? Scoprire i punti salienti dell’indottrinamento che i militanti “di peso” ricevono dal dipartimento stampa e propaganda. Per il momento ci si deve accontentare dell’intuito e di quanto suggerisce il visibile dei comportamenti leghisti. Si muove a carte scoperte il manipolo di provocatori addestrati al turpiloquio, a mentire strillando per vestire le bugie di molti decibel, secondo loro così più credibili, a scatenare risse nelle aule parlamentari, a esibire cartelli da querela. Un corollario del loro repertorio è il machismo, del genere “sono bullo e c’è l’ho duro” del Bossi Umberto, importato pari-pari dall’erede del Papeete, che abbandonata la moglie e la madre di suo figlio,  ci ha provato con la Isoardi della ‘Prova del Cuoco’, ma convinto di dover emulare le performance berlusconiane, beato tra le giovani olgettine, ha mollato la showgirl di Rai2 e ha ghermito la figlia di Verdini, che potrebbe essergli figlia. Per capire di quale elevato esempio sia il Salvini, ecco l’inverosimile storia di un suo dis-onorevole suddito. Tale Flavio Di  Muro, nel bel mezzo di serissime sedute del Camera sulla spinosa questione del fondo salva Stati, ha rubato la scena al dibattito e, rivolto alla prossima moglie, presente nella tribuna degli ospiti le ha mostrato  il fatidico anello, per accompagnare la dichiarazione “Mi vuoi sposare?”. Roba da scherzi di Carnevale, da primo Aprile, da chiassata goliardica. Anziché disconoscere un simile pagliaccio, dai banchi della Lega sono partiti applausi e auguri di figli maschi. Tutto qui? Non sia mai detto. Si è appurato che il Di Muro e la sua prossima sposa avevano fissato da tempo la data delle nozze e avevano concluso il rodaggio del corso prematrimoniale. Capito chi nei banchi della Lega siede nell’austera aula di Montecitorio?
La truppa parlamentare di Salvini sfiora spesso l’autogol e non di rado lo mette a segno. Visto i cartelli con la scritta “Pinocchio” esibiti per insultare il premier Conte? L’accusa di bugiardo era motivata dalla tesi che mentisse difendendo le ragioni del Fondo salva Stati (Mes), meccanismo a loro dire inventato per salvare le banche tedesche. Bugie: in caso di catastrofe degli istituti di credito toccherebbe alla Germania l’onere maggiore di intervento. Nel merito del Mes,  Salvini (“alto tradimento”) e la Meloni (“sangue degli italiani”) ignorano che in caso di emergenza Italia, il fondo  interverrebbe come ha fatto per Spagna, Irlanda, Cipro, Grecia. Ma il tragitto del  boomerang tornato alla base lo ha raccontato Conte, rinfrescando la memoria a Lega e Fratelli d’Italia: “Sul documento del Fondo c’è la firma dei ministri del vostro governo”. E allora, chi sarebbe Pinocchio?

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